La Parrocchia Santi Anna e Gioacchino ed il Centro ecumenico hanno atteso la Visita pastorale del vescovo Marcello con crescente entusiasmo.
La comunità cristiana e l’attenzione al territorio
Incontrando i Consigli parrocchiali, monsignor Semeraro ha toccato con mano la particolare situazione della realtà: una terra di missione, caratterizzata da un’ingente presenza di indiani e aderenti ad altre religioni e da un disagio sociale sempre più marcato. L’auspicio del vescovo, quale frutto privilegiato della Visita, è ravvivare la fiamma dello Spirito che ciascun cristiano porta in sé dal giorno del Battesimo: ogni credente è chiamato ad annunciare la Buona Notizia, contribuendo ad escogitare forme nuove per diffondere il Vangelo.
L’incontro con gli operatori parrocchiali
Durante il secondo giorno di presenza, incontrando i volontari Caritas, il vescovo di Albano ha precisato che questa meritoria azione di sostegno non deve limitarsi alla pur necessaria distribuzione di beni di consumo, ma deve diventare un momento formativo per ogni assistito, spesso bisognoso di essere guidato a una gestione più oculata del denaro. Nel successivo incontro con i ministri straordinari della comunione eucaristica e con gli accoliti, il vescovo ha richiamato l’insegnamento di papa Francesco, definendo ogni malato come "carne di Cristo", vero e proprio tabernacolo dinanzi al quale è necessario portare il balsamo luminoso della consolazione. Nella riunione con i catechisti, infine, mons. Marcello ha precisato come l’annuncio della fede non possa esaurirsi in una serie di classi da formare e portare avanti, ma debba sempre porre al centro le esigenze della singola persona: è necessario offrire una catechesi per gli adulti, chiamati a maturare una fede più pensata e più amica dell’intelligenza.
Il vescovo visita la moschea di Lavinio
La giornata è terminata con la visita alla moschea di Lavinio, dove il vescovo è stato accolto dalla comunità islamica con simpatia e gratitudine: un piccolo rinfresco ha agevolato un dialogo franco e costruttivo, segno tangibile del cammino di concordia indispensabile fra le religioni. Nel terzo giorno monsignor Marcello ha approfondito la conoscenza del territorio visitando due persone inferme: è stata l’occasione per sperimentare a pieno il tratto umano e compassionevole del nostro Pastore, che con dolcezza e garbo ha saputo rincuorare i malati, manifestando loro il volto benevolo del Padre celeste.
La collaborazione tra cattolici e ortodossi
Dopo un fugace rinfresco in oratorio, che gli ha permesso di conoscere i vari gruppi di animazione e le relative attività, il vescovo si è recato al quartiere Zodiaco, grande complesso di edilizia popolare dove una cappellania parrocchiale assicura l’Eucarestia domenicale ed un primo, timido tentativo di cammino di fede per adulti; proprio di fronte ai locali in uso alla Parrocchia sorge il centro anziani del Comune, dove il nostro vescovo, accolto in un clima di danza e di festa, ha ricevuto il simpatico omaggio della tessera associativa. La tappa successiva ha interessato la cappella del Corpus et Verbum Domini, utilizzata in settimana dai cattolici e ceduta alla comunità ortodossa per le funzioni festive: un esempio di condivisione fra confessioni cristiane che ha ospitato la recita unitaria dei vespri, guidati dal parroco ortodosso con la partecipazione di monsignor Semeraro e di ambedue i gruppi di fedeli.
La Messa conclusiva e la visita al Tempio Sikh
La giornata finale della Visita si è aperta con l’Eucarestia domenicale delle ore 10, animata dal coro dei bambini: l’omelia del vescovo ha trasmesso un messaggio di grande speranza, sottolineando il desiderio del Salvatore di condurre ogni creatura alla felicità e alla pace del cuore. L’ultimo appuntamento si è tenuto presso il Tempio Sikh, tuttora in fase di edificazione: l’incontro coi fratelli indiani è stato fecondo e suggestivo, e si è svolto in spirito di arricchimento reciproco e di preghiera unitaria per la pace nel mondo. Il bilancio della Visita pastorale è positivo: il vescovo ha mostrato il vero volto del Pastore, capace di guidare le pecore tracciando la rotta, ma disposto anche – come ha detto citando l’Evangelii gaudium [31] – a «camminare dietro al popolo, per aiutare coloro che sono rimasti indietro».
(Tratto da Millestrade, anno 7 n. 59)