Quindi, nei giorni seguenti, il vescovo ha incontrato tante persone. Diversi studenti, che hanno dimostrato la loro abilità di suonatori di tamburo e la loro arguzia nel porre domande che hanno suscitato tanta ilarità. Alcuni malati del territorio che hanno ricevuto conforto dalle sue parole. Il vescovo è rimasto meravigliato nello scoprire che nella nostra zona vivono vecchi “coloni” della bonifica dell’Agro Pontino, venuti dalla lontana Slovenia. Il momento più intenso della Visita pastorale c’è stato nell’incontro con le tante realtà parrocchiali. Non ha voluto solo conoscerle, ma si è immerso nei loro gruppi, partecipando alle loro gioie e speranze, rimanendo vicino anche a situazioni di disagio e sofferenza sia fisiche che morali.
San Giuseppe, Casalazzara
Dopo una trepidante attesa, mesi di preparazione alla Visita pastorale hanno portato, dall’8 al 11 marzo, il loro frutto nella parrocchia di San Giuseppe in Casalazzara, dove durante i tre giorni della Visita si sono susseguiti incontri molto intensi e ricchi di spunti.
La Parrocchia e i bisogni del territorio
È emersa la fotografia di un territorio prevalentemente agricolo, in cui le sale parrocchiali sono l’unico punto d’incontro per i parrocchiani e dove i membri della Congregazione degli Oblati della Madonna del Rosario sono impegnati in molteplici attività. In Parrocchia, la preparazione ai sacramenti d’Iniziazione cristiana è l’obiettivo primario della pastorale giovanile – col gruppo giovani che è il “fiore all’occhiello” della comunità – mentre i malati e i più bisognosi, anche in assenza della Caritas, ricevono sostegno morale e spirituale.
L’incontro con il Consiglio pastorale parrocchiale
Nel suo intervento, monsignor Semeraro citando il libro degli Atti degli Apostoli 2,42 ha richiamato la necessità di essere cristiani assidui, in preghiera e disposti a dividere il pane, mentre don Jourdan Pinheiro ha ricordato che al di là della preparazione ai sacramenti, ci vuole un’interazione con il Consiglio pastorale vicariale, il quale potrebbe offrire spunti di miglioramento. Il vescovo ha quindi ricordato quanto sia importante capire quando è arrivato il momento giusto per battezzare un bambino: «Non quando la famiglia lo richiede o non appena possibile dopo la nascita, ma piuttosto quando la famiglia è pronta: il “no” a chi non è pronto può essere a volte necessario». In seguito anche gli altri convisitatori hanno apportato un prezioso contributo alla comunità. Don Adriano Gibellini ha ricordato che il tempo giusto per celebrare il Battesimo è la domenica, e specialmente il giorno di Pasqua, mentre quelli inappropriati sono la Quaresima e l’Avvento. Don Carlino Panzeri, responsabile della pastorale familiare, ha ricordato che l’obiettivo della Chiesa è la salvezza delle anime e questo si può ottenere attraverso le visite alle famiglie nei loro focolari domestici, punto di partenza della nostra pastorale familiare. Tra gli obiettivi emersi dal confronto, c’è quello di migliorare il primo annuncio attraverso la formazione degli adulti, non solo in relazione ai figli, e di fare rientrare la pastorale della parrocchia nella realtà vicariale. Padre Giuseppe Zane ha ricordato che la realtà della disoccupazione ha colpito molti parrocchiani (citando il caso della fabbrica Yale), invitando la comunità parrocchiale a essere vicina nei riguardi di coloro che stanno vivendo le difficoltà causate dalla perdita del lavoro. Don Gualtiero ha ricordato ai presenti che i giovani di cui il Consiglio pastorale va orgoglioso, non devono essere “addomesticati” attraverso un oratorio focalizzato sul ritrovo come in piazza, ma che la Chiesa necessita di oratori come strumento di evangelizzazione. «Ho provato gioia a parlare con voi – ha detto monsignor Semeraro al termine dell’incontro – e vi auguro di essere un comitato al servizio della vostra comunità in un’organizzazione che sostiene la Fede».
L’incontro con le diverse realtà parrocchiali
(Tratto da Millestrade, anno 5 n. 40)