Spirito Santo, Aprilia

La Visita pastorale del nostro vescovo, Marcello Semeraro, che si è svolta dal 9 al 12 febbraio scorsi nella Parrocchia Spirito Santo di Aprilia, è stata per la nostra comunità un’esperienza di grazia.
La parrocchia e il territorio
Sin dalla fase preparatoria, tutta la comunità ha preso con molto impegno e devozione ogni compito assegnato, coinvolgendo il maggior numero di persone, credenti e non credenti, gruppi parrocchiali e persone di buona volontà, in un lavoro di aggiornamento per conoscere meglio la realtà attuale, specialmente la situazione economica, lavorativa, sociale e famigliare delle persone che vivono nel quartiere. Abbiamo presentato a monsignor Semeraro la tipicità del quartiere Toscanini, alla periferia di Aprilia: un quartiere giovane, di recente costruzione, multietnico, dove si incontrano tante culture e tradizioni diverse, perciò è evidente la pluralità come potenzialità e non come ostacolo, per camminare verso l’unità, attraverso l’incontro, il dialogo, la conoscenza vicendevole, l’accoglienza fraterna, l’integrazione e il senso di appartenenza. Tutto questo ha reso possibile l’impostazione di una pastorale missionaria e di sperimentare alcune cose nuove, come per esempio la celebrazione di una sola Messa la domenica. Negli incontri con il vescovo, inoltre, è emersa la consapevolezza di dover intendere l’itinerario pastorale come catecumenato di Popolo di Dio.
La Parrocchia e l’edificazione della comunità
Accogliendo le lettere pastorali di monsignor Semeraro, i suoi Orientamenti pastorali, le iniziative degli uffici diocesani e il cammino pastorale della Chiesa italiana, insieme – sacerdoti e collaboratori – abbiamo elaborato una progettualità pastorale, con un piano pastorale e una programmazione annuale per convocare tutte le persone di buona volontà a vivere insieme un itinerario catecumenale secondo il Rica (Rito dell’iniziazione cristiana degli adulti), in modo tale da diventare cristiani adulti. Nel corso dell’assemblea parrocchiale di venerdì 10 febbraio, è parsa chiara da parte del vescovo, la percezione della Parrocchia come Popolo di Dio. Nei volti delle persone presenti, monsignor Semeraro ha colto che il nostro “esserci” in quel momento obbediva all’unico titolo di essere Figli di Dio, chiamati, come dice la Lettera agli Efesini, a formare un solo corpo in ragione della nostra vocazione battesimale. «Vi esorto, io il prigioniero nel Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo, un solo Spirito […] un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti […] che agisce per mezzo di tutti» (Ef 4,1- 6). Momento culminante della Visita pastorale è stata la celebrazione eucaristica di domenica 12 febbraio. Mediante un discernimento comunitario, considerando la capienza dell’aula liturgica, il numero dei partecipanti all’assemblea domenicale e l’obbiettivo del nostro progetto pastorale, abbiamo scelto di celebrare una sola Messa comunitaria la domenica. Con nostra grande gioia, il vescovo ci ha incoraggiato a continuare a vivere quest’esperienza nel miglior modo possibile, come festa della comunità che incontra il Signore Risorto.
Il ruolo sociale della Parrocchia
Al termine della sua Visita, che ha lasciato nella comunità un forte desiderio di comunione con la Diocesi e la disponibilità a camminare insieme, monsignor Semeraro ci ha incoraggiato a continuare il cammino pastorale intrapreso, prendendoci cura della celebrazione liturgica domenicale perché non diventi un contenitore. Non solo: ci ha anche esortato ad avere cura della pastorale battesimale, familiare, giovanile, dell’oratorio, degli adolescenti, e ci ha chiesto di promuovere le celebrazioni liturgiche “di categoria” nei giorni feriali della settimana, avendo a cuore il territorio, dal punto di vista sociale e pastorale, in modo tale da essere “seme di vita nuova”, segno di speranza per tutta la città di Aprilia e forza di trasformazione sociale.

(Tratto da Millestrade, anno 5 n. 39)