Santa Rita da Cascia, Marino, Cava dei Selci

La Visita pastorale del vescovo presso la Parrocchia è un momento di grande importanza nella vita della comunità: è un dono, e deve essere vissuta come uno stimolo per una riflessione approfondita sulla realtà della comunità parrocchiale visitata, sul suo rapporto con il territorio e la realtà locale in tutti i suoi aspetti.
La preparazione alla Visita pastorale: cammino di comunione
«Da quando siamo stati avvisati delle date in cui il nostro vescovo Marcello avrebbe visitato la nostra Parrocchia – ha detto il parroco, don Mauro Verani – tutta la vita della comunità si è orientata nel riesaminare il percorso fatto, a partire dal giorno del mio insediamento. Ne ho dato ampio annuncio dall’ambone durante la santa Messa, esortando più volte la comunità a vivere questo come un momento di particolare grazia. La preparazione ha coinvolto non soltanto il Consiglio pastorale parrocchiale, il Consiglio per gli affari economici, il gruppo dei ministranti e tutti i vari collaboratori, ma l’intera comunità. Una particolare attenzione è stata rivolta anche alla necessità di vivere questo momento il più possibile in spirito di comunione con il resto della vicaria di appartenenza. La visita, poi, ha costituito un momento molto forte per tutti i partecipanti».
La pastorale parrocchiale e l’impegno sul territorio
La prima sera, l’8 giugno, ha avuto luogo una riunione in cui al vescovo e ai convisitatori è stata presentata la realtà della parrocchia, seguendo la traccia fornita dal questionario predisposto dalla diocesi e compilato a cura delle commissioni del Consiglio pastorale parrocchiale. Dopo la presentazione del parroco, cui sono seguiti gli interventi della segretaria e di tre membri del Consiglio, si è sviluppato un vivace momento di scambio tra i presenti, il vescovo ed i convisitatori. «Il momento di crescita della comunità – ha aggiunto don Mauro – il cambio di profilo di quanti frequentano la parrocchia, gli scambi possibili con i membri di altri confessioni religiose che insistono sul territorio parrocchiale, il crescente impegno a favore dei più giovani, le numerose iniziative a favore dei più indigenti, la sensibilità verso le madri nubili, hanno consentito di esaminare insieme le varie direzioni dell’impegno fin qui profuso, e di individuare ulteriori possibili campi di azione per il futuro. Nello spirito illustrato dal vescovo nelle sue comunicazioni relative alla Visita pastorale, ho presentato al vescovo il progetto di fare del prossimo anno pastorale un anno di impegno a tutto campo, un vero e proprio anno di missione popolare sul territorio». Al termine dell’incontro, durato oltre quattro ore, un momento conviviale ha coronato in una atmosfera rilassata e positiva lo scambio di vedute.
Il vescovo e le nuove generazioni
La mattina dopo, il vescovo Marcello ha dialogato soprattutto con i bambini della prima confessione e prima comunione, i ragazzi della Cresima, gli animatori del’oratorio. Dopo un momento di preghiera in comune, animato dai canti dei ragazzi, dopo essere stato bersagliato dalle domande intelligenti dei bambini, e un momento molto intenso di preghiera alla Vergine (con il dono di un mazzo di fiori deposto da una famiglia ai piedi della statua della Madonna), il vescovo, accompagnato dal parroco, ha visitato uno dei malati della parrocchia. Nel pomeriggio, invece, monsignor Semeraro ha amministrato il sacramento della Cresima a 8 ragazzi, alla nutrita presenza di amici, parenti, e altri membri della comunità.

A conclusione della Visita, domenica 20 giungo, la comunità intera si è stretta intorno al vescovo Marcello, in occasione della celebrazione della santa Messa. «Tutta la celebrazione – ha detto il parroco – è stata un inno allo Spirito Santo, e un ringraziamento commosso per avere vissuto insieme al nostro vescovo tre giorni che hanno costituito lo spunto per riflettere sul nostro passato, e ad affrontare con spirito rinnovato il nostro futuro di credenti impegnati nella nostra vita e sul nostro territorio. Un grazie al vescovo per gli spunti che ci ha dato e per averci consentito di vivere al meglio l’esperienza della Visita pastorale ».

(Tratto da Millestrade, anno 5 n. 43)