Sono da poco passate le 16 del 2 marzo, e mentre nel quartiere qualche serranda comincia ad abbassarsi, dentro lo scantinato che fiancheggia l’officina del meccanico c’è fermento: iniziano a farsi più numerose le voci, più veloci i preparativi. Le chitarre vengono accordate, i discorsi ripassati, le sedie sistemate. È un giorno importante, uno di quelli che sarà ricordato, uno diverso dagli altri, anche solo perché si celebrerà la Messa nonostante sia sabato. La Celebrazione eucaristica vespertina del sabato non è un evento fuori dal comune, ma chi frequenta la Parrocchia di Collefiorito sa che, siccome la comunità non ha a disposizione un suo parroco, può partecipare solo a quella domenicale.
La visita pastorale: evento carico di significato
La comunità aspetta l’arrivo del vescovo di Albano, monsignor Marcello Semeraro, in Visita pastorale. Quella alla Parrocchia di Collefiorito è solo una tappa del lungo viaggio intrapreso dal monsignore all’interno delle parrocchie del territorio, ma per il quartiere alla periferia di Pomezia è un evento carico di significato e segna un incontro, quello a cui il vescovo aveva fatto riferimento poche settimane prima incontrando i consigli pastorali: rafforzare il legame della comunità parrocchiale con la Diocesi. Si aspetta pazienti di fronte al nuovo portone con le vetrate. Si aspetta una Kia Cee’d, che arriva poco dopo con all’interno il nostro vescovo. Dopo uno sguardo al futuro – grazie alla visita al terreno concesso dal Comune di Pomezia, su cui sarà realizzato il tanto agognato Santuario dedicato alla Madonna di Collefiorito – un momento di raccoglimento e di preghiera introduce la riunione coi rappresentanti della comunità.
La memoria del passato e la speranza nel futuro
Se le attività della Parrocchia possono oggi contarsi sulle dita di una mano, allora non si può far altro che puntare sul futuro, un futuro a cui si guarda memori di un passato iniziato con il lavoro dell’allora parroco Stefano Mazzilli, che ha arricchito di speranze la comunità. Ecco, quindi, che esperienze passate e ricordi, progetti e desideri si mescolano insieme e riempiono le sale attigue allo scantinato, che diventano per tutto l’incontro “laboratorio di idee”. La necessità di monsignor Semeraro di far sentire che forte è il sostegno della Diocesi e vicina la presenza del suo pastore che incontra l’esigenza di una comunità di sentirsi sostenuta nel tentativo di ripartire da dove ci si è interrotti. La storia di Collefiorito, una piccola comunità in cui tutti conoscono i nomi di tutti, uno ad uno, sconosciuta ai più, viene ripercorsa e analizzata grazie alla proiezione di un video che ricorda la fondazione e, soprattutto, grazie alle parole di chi, per un momento, ritorna indietro di più di venti anni, e poi di nuovo viene catapultato nel presente, perché da questo si deve ripartire.
Edificare la comunità per costruire il Santuario
Si deve ripartire dai punti di forza, come sottolineato dal vescovo, dallo spirito missionario, da sempre caratteristica primaria, e dalla generosità che deriva dalla partecipazione continua ad attività assistenziali e di preghiera. Si deve ripartire dalla Caritas, dalle raccolte fondi, dal sostegno alle famiglie bisognose, dal catechismo, dagli incontri coi giovani e dal coro. Si deve ripartire dalla Messa domenicale, il momento più importante per la comunità che si riunisce e celebra insieme. E proprio con la Celebrazione eucaristica termina l’incontro, intorno alle 19.00, sotto lo sguardo dell’icona della Madonna di Collefiorito che guarda i suoi figli e li accompagna nel cammino che essi stanno per intraprendere, mentre intorno a loro vengono costruite le mura della nuova chiesa. «Con la Visita pastorale – dice il parroco, don Fabrizio Pianozza – la Parrocchia di Collefiorito, ha vissuto un momento di vera grazia, un incontro che ha segnato profondamente il nostro animo e ha ridato forza e vigore al nostro cammino. Per me, figlio spirituale della Madonna di Collefiorito, come ho avuto modo di dire al vescovo, non è stato un momento qualsiasi ma un dono dello Spirito. Abbiamo pregato insieme la Madonna di Collefiorito affinché come madre custodisca e riempia di benedizione ogni pometino».
(Tratto da Millestrade anno 6 n. 50)