Sant’Agostino, Campoascolano

«Bisogna stare con buon spirito e non bisogna abbattersi: il buon umore crea un rapporto tra spirito e corpo, è quindi importante tenersi sereni». Con queste parole il vescovo di Albano monsignor Marcello Semeraro ha offerto il suo primo insegnamento ai malati che ha incontrato in occasione della Visita pastorale che si è svolta dal 17 al 19 maggio nella comunità di Sant’Agostino, nel quartiere di Campo Ascolano (Torvaianica), guidata dal parroco don Jorge Montoya Castrillon.

La visita ai malati e agli anziani del centro sociale
Apripista dell’evento pastorale è stato il programmato incontro con due parrocchiani infermi: Pino, affetto da paraplegia da circa tre anni, causata da una caduta dal tetto di casa, a cui stava prestando manutenzione ed Enzo, recentemente colpito dalla Sla. In entrambi i casi il vescovo di Albano ha instaurato un dialogo affrontando varie tematiche e informandosi sulla loro realtà familiare, evidenziando la forza dello Spirito presente in loro, che ci permette di prendere il lato buono di ciò che ci arriva. La Visita è proseguita nel centro sociale per anziani del quartiere, in cui monsignor Semeraro è stato accolto con un applauso. L’appuntamento è stato scandito da un breve momento di preghiera, un ringraziamento di benvenuto al vescovo, a cui è seguita una conversazione con i componenti del centro. Parlando agli anziani il vescovo ha evidenziato l’importanza delle stagioni della vita, attraverso le quali si acquisisce esperienza, saggezza e sapienza, affermando poi con ironia, di essere uno di loro per l’età.
L’incontro con le Suore della carità e con le famiglie
La giornata intensa d’incontri è proseguita nella casa delle Suore della carità di santa Giovanna Antida Thouret, residenti ora a villaggio Tognazzi, con le quali monsignor Semeraro si è intrattenuto a parlare della storia della loro congregazione, scoprendo che ne ha fatto parte Enrichetta Alfieri, beatificata due anni fa proprio da lui, in commissione per la causa di beatificazione. Il vescovo le ha poi ringraziate per il sostegno che offrono alla comunità parrocchiale di Sant’Agostino, in cui prestano il loro servizio annuale quattro di loro, supportate nel fine settimana da altre due consorelle. Dopo un momento di preghiera, la giornata è proseguita con la recita dei vespri in compagnia delle famiglie della Parrocchia nella cappella di Sant’Alessandro, definita da monsignor Semeraro “memoria storica della comunità”.
L’impegno dei consigli parrocchiali
Nel successivo incontro con il consiglio pastorale parrocchiale e col consiglio parrocchiale per gli affari economici, è emersa la realtà del territorio: la cui configurazione rende difficile la creazione di una comunità parrocchiale stabile, poiché si tratta di un quartiere che varia il numero di abitanti in base alla stagione, per la sua connotazione turistica, e per la presenza di lavoratori pendolari, per cui è complicata la realizzazione di molte attività che si vorrebbero svolgere. A tal proposito il vescovo ha affermato: «Costruire la chiesa è stata la cosa più facile, ma ora deve farsi la comunità: fate fruttificare il lavoro svolto, procedendo per livelli: formazione, attenzione alla composizione abitativa e dialogo fra i collaboratori più attivi, i quali devono assumere un compito profetico, dando l’esempio per costruire la parrocchia futura».
La gioia dei bambini e l’entusiasmo dei genitori
L’impegno del sabato è stato dedicato all’incontro con i bambini della catechesi di prima comunione, i ragazzi della Cresima, i giovani e le loro famiglie. E mentre – dopo l’accoglienza e un momento di preghiera – hanno suscitato sorrisi le domande dei più piccoli, alcuni genitori hanno chiesto consiglio riguardo il comportamento da assumere per far crescere i propri figli nella fede: nelle risposte monsignor Semeraro ha sottolineato l’importanza del fare testimonianza con il proprio esempio. La Visita si è conclusa con la Celebrazione eucaristica di domenica 19 maggio, giorno di Pentecoste, in cui il vescovo ha messo in rilievo l’importanza dell’amore filiale, citando il proverbio che dice che il figlio muto la madre lo capisce cosi come Dio Padre capisce i suoi figli. A conclusione della visita i fedeli hanno donato l’olio profumato di nardo.

(Tratto da Millestrade, anno 6 n. 52)