Assunzione della Beata Vergine Maria, Lido dei Pini

Il vescovo di Albano, Mons. Marcello Semeraro, ha visitato dal 6 al 9 febbraio la comunità parrocchiale dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, a Lido dei Pini, sita tra i comuni di Ardea ed Anzio: un atto importante del ministero episcopale del vescovo. «Per me – ha detto il vescovo – questa visita rappresenta non soltanto un visitare, che già è una cosa molto bella perché visitare significa incontrarci, ma significa conoscere molto da vicino la comunità locale, facendo esperienza della vita di tutte le comunità parrocchiali. È una opportunità che arricchisce molto il ministero di un vescovo».
L’incontro con i Consigli parrocchiali
Nel primo appuntamento con la comunità, il vescovo ha incontrato, giovedì 6 febbraio, il Consiglio pastorale parrocchiale e quello per gli affari economici nelle sale dell’oratorio. La riunione, condotta dal parroco don Andrea Conocchia, è stata aperta con una preghiera. Per don Andrea è stata la prima Visita pastorale da quando è sacerdote e nel suo discorso di benvenuto trepidante ed emozionato, ha ricordato come, «nei giorni precedenti a questo nostro primo appuntamento con la comunità dove svolgo il ministero di parroco, ho pensato ai nostri incontri che precedentemente abbiamo vissuto nel Vicariato di Anzio e che, per alcuni versi ho sentito, riconosciuto e vissuto come unici, diversi, importanti, preziosi. Altri, invece, li sento, riconosco e vivo, uguali a quello che qui e ora abbiamo appena iniziato e stiamo vivendo a Lido dei Pini». Una gioia per i fedeli che hanno avuto così l’opportunità di illustrare la vita parrocchiale: un impatto e una sensazione molto belli per chi ha vissuto quei momenti di condivisione. «Sto vivendo molto bene, con gioia – ha dichiarato Pina, una signora che frequenta la chiesa da dieci anni – questa visita con il nostro vescovo». L’attenzione dedicata ai cristiani di Lido dei Pini è importante, ed è quello che il vescovo vuole trovare quando va in missione sul territorio: «Mi ha molto favorevolmente impressionato – ha detto monsignor Semeraro – l’avere impostato molta parte dell’azione pastorale parrocchiale sull’accrescimento delle relazioni, degli incontri, dello stabilire rapporti personali. Questo è bello, perché non è una Parrocchia delle cose da fare, ma una Parrocchia di una vita da vivere». Presenti anche a questo momento di condivisione i convisitatori: padre Giuseppe Zane, monsignor Gualtiero Isacchi, don Carlino Panzeri e don Jourdan Pinheiro.
La visita ai malati
Un altro momento forte della presenza del vescovo è stato, venerdì 7 febbraio, la visita ai malati, a domicilio e nelle case di cura per anziani presenti sul territorio parrocchiale, e alla comunità delle suore francescane che gestiscono una Casa famiglia. Tanta emozione per nonna Bruna, un’anziana signora di 99 anni, chi è rimasta colpita dalla venuta del vescovo nella sua abitazione: «Una cosa incredibile – ha detto la donna – sono stata così felice che non lo credevo vero».
Il ruolo dei consigli parrocchiali e la pastorale diocesana
Approfittando di una pausa, abbiamo chiesto a monsignor Semeraro quali fossero le sue aspettative andando a visitare, incontrare, ascoltare, pregare e celebrare con la popolazione questo evento di grazia: «Le mie attese – ha detto il vescovo – sono anzitutto riguardo la comunità parrocchiale, nel rapporto con il consiglio parrocchiale che deve animare il lavoro d’insieme, la pastorale d’insieme, in un progetto di apostolato del Vangelo. Ciò concorre a diffondere il progetto di cammino della Diocesi che da diversi anni si imposta sul tema dell’Iniziazione cristiana». La Visita pastorale si è conclusa domenica quando monsignor Semeraro prima è stato accolto alle ore 10.00 dai bambini della catechesi, che gli hanno fatto una piccola intervista alla quale lui ha risposto con semplicità, gioia e una punta di ironia, e poi alle 11.00 ha celebrato l’Eucaristia in cui ha salutato la comunità parrocchiale. Per il parroco, rappresentativo e significativo della Visita pastorale è stato anche l’abbraccio conclusivo che ha voluto dare e ricevere dal vescovo, forse commosso, a conclusione della Messa.

(Tratto da Millestrade, anno 7 n. 59)