San Bonifacio vescovo e martire, Pomezia

La Parrocchia San Bonifacio Martire di Pomezia ha accolto con entusiasmo il vescovo di Albano, monsignor Marcello Semeraro, nel primo fine settimana di marzo, in occasione della Visita pastorale. Il primo incontro, programmato per giovedì 28 febbraio 2013 con i membri del Consiglio pastorale parrocchiale e del Consiglio parrocchiale affari economici, è stato posticipato al giorno successivo, annullando l’incontro previsto con le coppie che hanno chiesto la preparazione al matrimonio, poiché monsignor Semeraro era impegnato a Castel Gandolfo nella celebrazione di accoglienza di papa Benedetto XVI nel suo ultimo giorno di pontificato.
L’incontro con le realtà parrocchiali
La Visita pastorale è iniziata venerdì 1 marzo, con la presentazione a monsignor Semeraro delle varie realtà parrocchiali come la Caritas, per la quale non sono mancate parole di sostegno e di incoraggiamento da parte del vescovo, che ha poi esortato i bambini della catechesi della prima comunione a essere sempre “in cammino seguendo Gesù”, mentre ai loro genitori ha ricordato che il vescovo collabora attraverso i sacerdoti all’educazione alla fede. Dopo l’incontro con i genitori che hanno richiesto il Battesimo per i loro figli, nel quale si è riflettuto sul perché della scelta del sacramento, la Visita pastorale è entrata nel vivo, attraverso l’incontro con i consigli parrocchiali, nel quale monsignor Semeraro e i convisitatori hanno espresso riflessioni e spunti sullo stato della comunità (emersi dopo un’attenta analisi delle risposte del questionario compilato dalla comunità di San Bonifacio).
La pastorale interparrocchiale e la missionarietà
I convisitatori hanno trattato il tema della missionarietà, che si può sintetizzare con l’espressione del vescovo «La missionarietà l’abbiamo capita con la testa, ma non c’è entrata nel cuore». Il vescovo, inoltre, ha sollecitato la collaborazione con la vicina Parrocchia di San Benedetto per un impegno convergente delle sinergie per la pastorale famigliare e per la Caritas, le realtà parrocchiali principali della città di Pomezia. Sabato 2 marzo la visita è proseguita al Santuario Madonna di Collefiorito, ad eccezione di un breve incontro con le persone diversamente abili e con l’oratorio di San Bonifacio, in cui si è trattato il tema della ricerca di Gesù, da affrontare “come un’indagine di polizia” così come suggerito da monsignor Semeraro.
La Celebrazione della eucaristia
Domenica 3 marzo si è conclusa la Visita pastorale con la santa Messa celebrata dal vescovo: nella celebrazione è stato ricordato il lavoro di preparazione svolto dalla comunità di San Bonifacio con l’immagine delle ombre e delle penombre, dell’alba e del sole che sorge, come metafora di un nuovo cambiamento, di una nuova conversione in linea con il periodo quaresimale. Il vescovo ha infine donato la casula indossata nella celebrazione a ricordo della visita pastorale. Don Fabrizio Pianozza, parroco di San Bonifacio, ha coordinato la preparazione per l’accoglienza del vescovo di Albano con particolare attenzione e con sentita emozione ha mostrato a monsignor Semeraro tutte le realtà presenti nella Parrocchia, presentando San Bonifacio come una comunità “bella, viva e gestita di cuore con tanta ministerialità”. Ha ringraziato inoltre per l’opportunità offerta dalla stessa visita pastorale che «È stata – ha detto don Fabrizio – una lente d’ingrandimento per comprendere meglio il cammino della stessa comunità». Dal canto suo la comunità parrocchiale, rispondendo al questionario pastorale, ha potuto approfondire la conoscenza di sé e rafforzare i legami tra i suoi collaboratori. Inoltre, sono stati messi in risalto i punti forti – come la Caritas, l’Iniziazione cristiana degli adulti e l’oratorio per i ragazzi con disabilità – ma anche i punti deboli sui quali è opportuno intervenire, come la catechesi battesimale, i laboratori della fede e un percorso post-matrimonio a sostegno delle nuove famiglie. Infine, il questionario pastorale ha stimolato la coscienza di alcuni collaboratori che hanno messo a disposizione la propria esperienza.

(Tratto da Millestrade anno 6 n. 50)