Santa Maria Maggiore, Lanuvio

Come una luce che rischiara la notte, così è stata la Visita pastorale del vescovo di Albano, monsignor Marcello Semeraro, alla comunità dei fedeli della Parrocchia Santa Maria Maggiore di Lanuvio, che si è svolta dal 9 al 13 gennaio. Ad accogliere monsignor Semeraro, oltre al parroco don Bernard Bulai, tantissime persone, da tempo desiderose di ospitarlo.
Vivere nella comunione l’esperienza parrocchiale
Significativo è stato l’incontro con i membri del Consiglio pastorale e del Consiglio degli affari economici e dopo la trattazione degli argomenti del questionario pastorale, il vescovo, che ha esortato ad approfondire le tematiche emerse durante la preparazione anche dopo la Visita pastorale, ha posto l’accento sull’importanza della collaborazione tra il parroco e i parrocchiani. Ogni uomo, malato o sano, angosciato o felice, non credente o testimone della fede non può operare senza la guida del pastore al quale è stato affidato il compito di raccogliere le pecore smarrite e di mantenere sulla retta via quelle che sono nel gregge. L’unità sta nel mettere insieme i doni che tutti possiedono, ciascuno secondo le proprie specificità, doni e carismi.
Il Vangelo: dono per ogni uomo
Particolarmente toccanti sono state le visite ai malati e ai bambini. Presso la casa di riposo Centro Sereno, e in alcune abitazioni private, monsignor Semeraro ha cercato di dare conforto ai malati. In questi luoghi, in cui è più pressante il bisogno di una carezza e di un sorriso, il vescovo ha espresso nel suo saluto una parola di speranza e di fede, e ha raccolto nel suo cuore le varie sfaccettature dei dolori dell’uomo. Tuttavia, la vita è bella perché dove c’è un uomo che lascia la vita terrena per accedere alla casa eterna, c’è un bimbo che accoglie con fervore e desiderio le parole di salvezza del Padre. Questo è stato il senso della visita alle due scuole materne di Lanuvio, quella comunale affidata alle suore del Santissimo Sacramento e quella curata dalle suore Operaie di Gesù.
I raggi di luce sono presenti in tutti, ma c’è chi ha visto affievolirsi questa fonte raggiante dentro di sé e non ha recuperato il desiderio di ritrovarla perché altre luci, false immaginazioni, ingannevoli bagliori hanno preso il sopravvento. I pastori della Chiesa si propongono di usare con i giovani il linguaggio dei giovani e con gli anziani le parole degli anziani per rendere possibile una continuità e un instancabile desiderio di conoscere la vera luce e il vero sole, di partecipare alla liturgia della Parola e di rivivere con Gesù i suoi ultimi momenti con gli apostoli. La competenza dei parroci è quella di saper indicare al loro gregge la strada migliore da seguire, cosa che già si sta attuando a Lanuvio grazie alle capacità di un pastore che cerca di immedesimarsi nei problemi degli altri.
L’importanza della formazione degli operatori pastorali

Nel corso della sua visita, il vescovo è stato accolto con calore anche dalle autorità civili: a loro, monsignor Semeraro ha ricordato che la casa comunale è lo specchio da cui si vede la città. In seguito, presso il salone dell’oratorio parrocchiale, si è svolto l’incontro con i catechisti, gli allenatori, i movimenti e i gruppi ecclesiali: è stata un’occasione preziosa per accogliere tre livelli d’azione: la spiritualità, la formazione e l’azione pastorale, che devono essere realizzate sempre in armonia con le linee pastorali diocesane. La raccomandazione è giunta anche alle famiglie e ai ragazzi affinché sappiano che l’oratorio è la soglia d’ingresso provvidenziale di partecipazione alla vita della parrocchia. Nel corso della Celebrazione eucaristica conclusiva della Visita pastorale, è stato celebrato il rito di istituzione del ministero dell’accolitato per Marcin Swiatec, seminarista che presta servizio presso l’oratorio parrocchiale di Lanuvio e per Nicola Riva, seminarista e studente di Teologia impegnato in percorsi di pastorale familiare e incontri con studenti. Al termine della santa Messa, come gesto d’augurio, monsignor Semeraro ha offerto in dono alla parrocchia la sua casula.

(Tratto da Millestrade, anno 6 n. 48, articolo di Barbara Pellegrino)