Con grande affetto, ma anche con grande apprensione, abbiamo ricevuto la visita del nostro Vescovo nella parrocchia Natività della Beata Maria Vergine di Santa Maria delle Mole, nell’ambito del programma di visite alle parrocchie della Vicaria di Marino.
Con l’affetto e l’apprensione dei figli che sanno di dover presentare il rendiconto del loro essere presenti nel territorio e nella comunità in cui vivono: con i difetti, le pecche, le omissioni, le colpe della propria debole natura umana, ma anche con le cose positive che l’aiuto di Dio ha permesso di costruire per la Fede ma anche per il vivere sociale e civile.
13 ottobre: inizia la visita
Accolto da tutta la comunità con entusiasmo, Mons. Semeraro ha iniziato la Visita con la Santa Messa serale il 13 ottobre. Le parole dell’omelia del Vescovo sono scese forti nelle nostre anime, donando una rinnovata voglia di testimonianza e di amore verso tutti gli assenti per impossibilità o per volontà. Subito dopo c’è stato l’incontro con i ragazzi della catechesi accompagnati dai genitori. Più di tutto, hanno toccato il cuore le loro speranze, il loro amore fanciullesco, la loro assoluta trasparenza. Cosa si aspettavano i ragazzi dal Vescovo? Cosa si aspettano dalla Fede? Tutto è stato messo sul tavolo alla ricerca di un Credo profondo che possa essere testimoniato da esempi forti.
L’incontro con le scuole e le associazioni
La mattina seguente, la visita alle Comunità religiose presenti sul territorio è culminata con l’appuntamento alla scuola delle Suore di Santa Chiara. L’allegria contagiosa dei ragazzi, fatta di pensieri semplici e frasi dirette, si è diffusa per tutta la sala. L’esempio delle scuole cattoliche, in cui si cerca di educare i ragazzi alla Fede e alla vita civile, dovrebbe costituire un riferimento per tutta la società, mentre oggi così non è, preferendo lasciarli a logiche di distruzione e di nichilismo.
Il successivo appuntamento – un incontro generale con tutte le associazioni, i gruppi, le comunità di preghiera – si è svolto presso il teatro delle suore di Santa Chiara e ha mostrato il volto di una comunità viva in tutte le sue articolazioni. In un dialogo ricco di spunti e di segnalazioni, le varie realtà particolari hanno offerto al Vescovo il loro essere, la loro opera, i dubbi e le questioni da sciogliere. Il Vescovo, come un buon padre, ha ascoltato, ha preso appunti, ha osservato, ha messo in luce lacune che andranno colmate.
In visita agli ammalati
Particolarmente toccante la visita ad alcuni ammalati gravi della parrocchia. Tutti hanno apprezzato la vicinanza alla loro sofferenza che, tuttavia, è sempre sostenuta da una grande Fede sia personale che dei familiari. L’assidua frequenza ai Santi Sacramenti dà loro forza e coraggio e non cessano mai di testimoniare il loro amore per Cristo a tutta la comunità.
Incontro con il Cpp e Cpae
La sera un intenso incontro con tutto il Consiglio pastorale ed il Consiglio degli affari economici, al quale hanno partecipato anche i collaboratori diocesani del Vescovo, ha avuto luogo presso la casa delle Suore di Santa Chiara. Era presente anche Don Vincenzo, il sacerdote che prenderà la guida della parrocchia al posto di Don Giorgio Botti, il quale ha potuto, così, essere introdotto alle varie questioni della parrocchia.
L’immagine del territorio e della popolazione che vi abita mette in luce il grande fermento che lo anima e le trasformazioni che sono tuttora in atto e non concluse. È motivo di grande speranza anche constatare come il territorio della nostra parrocchia sia l’unico che, in un contorno di grave deficit demografico, mostra segni di grande presenza giovanile che lascia ben sperare in un futuro dal quale poter attingere anche profonde e convinte vocazioni sacerdotali.
Al termine della visita rimane una grande speranza per il futuro. Certo molto c’è da fare, ma l’incontro ha innescato un processo di rinnovamento di iniziative che fa ben sperare. Una parrocchia in forte crescita come la nostra non deve solo risolvere le sue debolezze e carenze, deve anche far fronte a nuove domande, impegnarsi ad affrontare una maggiore complessità sociale e culturale, riuscire a dialogare con argomenti e questioni diverse rispetto alla tranquilla immutabilità del mondo agrario.
(Tratto da Millestrade anno 4 n. 35)