Sant’Anna Madre della B.V. Maria, Nettuno

Intensa, viva, partecipata. Sono questi gli elementi che racchiudono il significato più intimo della Visita pastorale nella parrocchia di Sant’Anna a Nettuno di monsignor Marcello Semeraro, che ha proseguito il suo cammino nelle realtà parrocchiali del litorale laziale, incontrando i fedeli della comunità il 4 e il 6 aprile. A fare gli onori di casa, il parroco don Claudio De Angelis che, nella mattina di venerdì 4 aprile, ha accompagnato il vescovo nell’adempimento di tutti gli appuntamenti, così come stabiliti da calendario.

La via crucis e i giovani
Primo fra tutti la via Crucis organizzata dalle suore Stimmatine di via della Liberazione, come omaggio alla presenza di monsignor Semeraro: la rappresentazione ha coinvolto gli alunni delle classi elementari, impegnati nell’esecuzione di canti e preghiere sotto la guida delle loro maestre. Le aule dell’Istituto si sono trasformate nelle stazioni della Via Crucis e, all’interno di queste, le riflessioni di San Francesco d’Assisi hanno accompagnato un percorso spirituale che ha preso vita dalla meditazione delle giovani generazioni. La mattinata è poi proseguita con la visita agli ammalati, ai quali il vescovo ha donato il sacramento dell’Eucarestia.
Nella domenica la gioia della resurrezione
Nel pomeriggio di venerdì, l’incontro con comunicandi, cresimandi e genitori ha registrato una numerosa partecipazione di fedeli, riuniti in un silenzio attento e composto ad ascoltare le parole del vescovo di Albano, il suo invito a riconoscere nella domenica il giorno del Signore e il richiamo a condividerlo con i propri affetti e con l’intera comunità parrocchiale. Il vescovo ha ricordato ai catechisti di essere uomini e donne di “memoria”, testimoni di una parola che non deve rimanere fine a se stessa, ma che, anzi, necessita di rivelarsi ogni giorno nei comportamenti e nel rapporto con “l’altro”, come esempio per i giovani che si apprestano a ricevere i sacramenti e per le loro famiglie. «Voi catechisti – ha affermato monsignor Semeraro – nel vostro compito, rappresentate la famiglia cristiana e la vostra presenza è indispensabile durante la S. Messa alla quale partecipano i fanciulli». In un momento di profonda crisi per la fede, quale è quello che viviamo, la Visita pastorale ha dimostrato che la Chiesa è viva, presente, pronta a dare risposte. Vivo è stato il confronto dei giovani di Sant’Anna con il vescovo, fatto di domande complesse, pur nella loro genuinità, e di risposte semplici e vicine al linguaggio della Comunità cristiana. «Non avrei mai creduto di diventare vescovo – ha risposto Semeraro alla domanda di un fanciullo – anzi, avrei voluto fare il regista di film western. Poi l’incontro con un sacerdote cambiò la mia vita». Il Consiglio pastorale, svolto nella serata di venerdì, ha visto la presenza di tutte le realtà della parrocchia di Sant’Anna, ciascuna delle quali ha illustrato al vescovo il proprio operato e il lavoro svolto quotidianamente al servizio della comunità.
L’obiettivo della visita pastorale
I due giorni di Visita hanno avuto l’obiettivo di incontrare il tessuto sociale della parrocchia e coloro che si dedicano alla sua crescita; ma, probabilmente, il vero messaggio della Visita pastorale è da ricercare nella volontà di avvicinare alla Chiesa le anime più lontane, quelle che più spesso si pongono domande davanti alle quali fuggono, nell’apparente impossibilità di trovare una risposta. «Voglio incontrare non solo chi pratica abitualmente la vita parrocchiale, ma chi si sente lontano da questa », ha affermato il vescovo durante l’incontro di venerdì pomeriggio. La Visita pastorale si è conclusa con la celebrazione della Santa Messa, presieduta dal vescovo nella mattina di domenica 6 aprile, in una chiesa gremita. Monsignor Semeraro ha ricordato all’assemblea il valore della Pasqua cristiana e l’importanza di un cammino di comunione con il Signore. L’entusiasmo percepito nei giorni di Visita pastorale ha rivelato l’amore e l’attenzione che il parroco don Claudio riversa nella sua comunità; un amore unico che fa da collante tra famiglie, anziani, coppie e giovani e li rende parte di una realtà viva che riesce a essere un prezioso testimone di speranza.

(Tratto da Millestrade, anno 7 n. 61)