«Quest i sarebbero i più anziani?». Con queste parole il vescovo di Albano, Marcello Semeraro, ha fatto il suo ingresso al Centro anziani di Nuova Florida, prima tappa della Visita pastorale nella Parrocchia di San Gaetano da Thiene, che si è svolta dal 10 al 14 aprile scorsi, e che è stata per la comunità un’occasione di riflessione e sperimentazione di unità, sin dalla sua preparazione, come sottolineato anche dal parroco, don Ramon.
L’incontro con i più piccoli e i più grandi
Ad accogliere il vescovo una quarantina di bambini del primo e secondo anno di comunione che lo hanno salutato sulle note del canto Emmanuel, prima che iniziasse, con il parroco e alcuni membri del Consiglio pastorale parrocchiale, la visita al Centro anziani, che sorge accanto alla chiesa. Qui ha esortato tutti a continuare nelle loro iniziative e a non cedere all’ozio e all’inattività (che spesso colpiscono chi entra nella terza età), ma a mettere al servizio degli altri la propria esperienza. «La vita – ha detto monsignor Semeraro, citando Arthur Schopenauer – è come una stoffa ricamata della quale ciascuno nella propria metà dell’esistenza può osservare il diritto, nella seconda invece il rovescio: quest’ultimo non è così bello, ma più istruttivo, perché ci fa vedere l’intreccio dei fili».
La gioia e la fatica del cambiamento
La Visita è proseguita con l’incontro con i due consigli parrocchiali, in cui è stato evidenziato come la preparazione alla Visita sia stata un’esperienza ricca e preziosa che, pur nelle difficoltà, ha dato modo a tutta la comunità di riconoscersi e come il questionario sia stato uno strumento valido, che ha dato modo a tutti di riscoprire le necessità, analizzare le problematiche e i risultati raggiunti. Gli interventi hanno anche evidenziato vari processi di cambiamento, intrapresi dalla comunità, non senza difficoltà e il vescovo (insieme ai convisitatori) ha avuto parole di incoraggiamento, sottolineando come il disagio per un cambiamento sia insito nel rinnovamento necessario alla vita comunitaria. Proprio la Visita pastorale rappresenta la grande opportunità per uscire dai propri recinti e per conoscere la comunità nel profondo, scoprendone il volto missionario nella condivisione: «Non ci può essere – ha sottolineato monsignor Semeraro – missione se non viene dalla comunione e, viceversa, non c’è vera comunione senza missione». Inoltre, dalle parole delle persone intervenute, il vescovo ha colto la necessità di un ripensamento della pastorale e delle varie attività, capaci di riorganizzarsi attorno ad obiettivi comuni. Infine, l’economo diocesano, monsignor Gualtiero Isacchi, ha annunciato che presto sarà presentato alla Cei il progetto per la costruzione della nuova chiesa. La mancanza di spazi adeguati alle esigenze era infatti uno degli aspetti maggiormente evidenziati nel questionario e l’annuncio è stato accolto con gioia da entrambi i consigli pastorali.
L’attenzione ai malati e ai bambini
Giovedì 11 aprile la Visita è proseguita con l’incontro del vescovo con i malati della comunità: la presenza di alcune situazioni di estrema gravità hanno colpito in particolar modo monsignor Semeraro, che ha sottolineato questo aspetto più volte durante la Visita. Nel tendone della Parrocchia si è tenuto quindi l’incontro con i bambini della catechesi in preparazione alla prima comunione: il vescovo ha raccontato ai ragazzi momenti della sua infanzia e ad alcuni bambini che gli chiedevano come avrebbero continuato il loro cammino anche dopo il sacramento, monsignor Semeraro ha risposto con una frase di don Tonino Bello: «Gli uomini sono angeli con una sola ala, possono volare solo rimanendo abbracciati», invitandoli a proseguire insieme il loro viaggio, nella comunione fraterna. La Visita si è conclusa domenica mattina con la santa Messa che, vista la bella giornata e il gran numero di fedeli accorsi, si è celebrata all’aperto, sul sagrato della chiesa. Nell’omelia il vescovo ha donato ai fedeli presenti parole di speranza, individuando proprio nella bella pagina del Vangelo domenicale gli elementi da cui ripartire.
(Tratto da Millestrade, anno 6 n. 51)