Eucaristia e sinodalità

Omelia nella Statio Ecclesiae Cephalocensis - Teatro Pietra Rosa – Pollina (PA)
12-06-2021

1. «Voi siete tutti compagni di viaggio (σύνοδοι) in virtù della dignità battesimale e dell’amicizia con Cristo» (IX, 2). Lo scriveva sant’Ignazio di Antiochia, un santo dell’età apostolica, ai cristiani di Efeso. Un altro antico autore, a sua volta, esortava: «Credi in Cristo Gesù. Egli ti sarà compagno (σύνοδος) lungo il sentiero pericoloso, ti sarà guida verso il regno suo e di suo Padre» (Acta Thomae, 103). Ancora la parola «sinodo»! Ecco, carissimi: noi oggi ricorriamo al termine sinodalità, che è, però, una parola astratta; parliamo di sinodi e con questo intendiamo eventi, che si trovano radunati insieme. All’inizio dell’uso, al contrario, sinodi sono delle persone: sinodo è Cristo, nostro compagno di cammino; sinodi siamo noi, pellegrinante popolo di Dio. In tale contesto, di persone che camminano insieme, possiamo leggere pure l’affermazione di san Giovanni Crisostomo per cui Ἐκκλεσία συνόδου ἐστὶν ὄνομα: «Chiesa è nome che sta per cammino insieme» (Exp. in Psalm., 149, 1: PG 55, 493). Sinodo e Chiesa sono sinonimi e questo lo capiamo soltanto se sappiamo che si tratta sempre di «persone che si incontrano».

Questo grande mistero possiamo riconoscerlo nel racconto di Emmaus, su cui il vostro Vescovo ha scritto una bella lettera pastorale. Torniamo, allora, per qualche momento su quell’episodio. Due discepoli sono in cammino da Gerusalemme verso Emmaus. Il loro, ha tutto il carattere di un cammino «dimissionario». Sono sfiduciati per il tragico concludersi degli eventi, cui hanno assistito e se ne tornano via alle loro case. Rinunciano alla «missione», che Gesù aveva loro affidato nei giorni della sua vita terrena. Gesù li aveva mandati «a due a due» (cf. Mc 6,7; Lc 10,1) e a due a due se ne tornano via! La crocifissione del loro Maestro, infatti, era da considerarsi come uno scacco ed un fallimento senza speranza.