Ordinazione presbiterale di Don Donato Pio Dota

03-01-2024

«Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome e tu mi appartieni» (Is 43,1): queste parole del Signore, prese dal profeta Isaia e proclamate in questo giorno della memoria del Santissimo Nome di Gesù, acquistano un particolare significato per il nostro fratello Donato, appena eletto all’ordine del presbiterato. Il Deutero-Isaia scrive per un popolo esiliato in Babilonia: persone semplici, ferite e scoraggiate, perché lontani dalla loro casa, consapevoli della distruzione del loro tempio in Gerusalemme e pieni di paure. Proprio a loro rivolge questo incoraggiamento, invitando Israele ad uscire dalle sue paure, a collocarsi nuovamente nell’amore del suo Dio, che è Creatore e Redentore (cf. Is 43, 1-7).
Dio si rivolge, quindi, direttamente al suo popolo, ricordandogli che lo ha chiamato per nome, gli ha dato un’identità. Il nome nella Bibbia, come anche per certi aspetti nel mondo antico in generale, rappresenta molto di più che una semplice designazione di persone, un’etichetta per distinguere una persona da un’altra. Il nome e ancora di più l’imposizione di un nome sono invece realtà di una fondamentale importanza nella mentalità biblica: possiamo dire, sono una specie di concretizzazione di una parola detta da Dio che dà una forma alla vita, dà un contenuto particolare, un’identità e una missione. Israele, infatti, ha un nome voluto e dato da Dio, dopo che Giacobbe aveva combattuto con il Signore, senza saperlo, nel buio della notte nei pressi di Penuel: «Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!» (Gn 32,29). Il nome dice allora appartenenza ed esperienza dell’amore misterioso di Dio, per questo Giacobbe-Israele non ha da temere: «Se dovrai attraversare le acque, sarò con te, i fiumi non ti sommergeranno; se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai, la fiamma non ti potrà bruciare, poiché io sono il Signore, tuo Dio, il Santo d’Israele, il tuo salvatore» (Is 43, 2-3).