Purché tu ci stia accanto

Omelia nella solennità di san Pancrazio 2020
12-05-2020

La Parola di Dio, secondo un’antica immagine ebraica, somiglia a un martello che quando batte la roccia ne fa sprizzare scintille! Ciascuna di esse è l’effetto di quel colpo; nessuna, però, ne è l’unico risultato (cf. Talmud babilonese, Sanhedrin 34a; cf. Sl 62,12; Ger 23,29). Non ce ne meravigliamo, se già può essere così la nostra parola umana. Quando parliamo, se lo facciamo con amore e intelligenza accade proprio questo: si fa strada un significato, che va oltre la parola detta ed è veicolato dai toni, dagli sguardi, dai gesti. Quando a guidare i nostri dialoghi è la sapienza del cuore, allora le nostre parole acquistano risonanze sempre nuove e ottengono echi inaspettati e imprevedibili. Infinitamente di più è per la parola di Dio, quando è Lui che ci parla.

Tante altre volte, nella proclamazione del Vangelo nella festa del nostro protettore san Pancrazio, abbiamo risentito le stesse parole di Gesù, ma ogni volta la situazione è diversa: dell’animo nostro, del momento storico che viviamo, del cammino pastorale della nostra Chiesa … Quest’anno, però, ci pare di essere in stand-by, segnati in una lista d’attesa che ci estenua, bloccati in una pausa che invece di riposarci e tranquillizzarci ci stressa. Siamo come dei computer rimasti accesi, ma non in funzione. È la situazione in cui ci ha gettati un’entità misteriosa ma reale, invisibile ma capace di colpire, inafferrabile ma in grado di ghermirci. Quella che chiamiamo Covid-19.