Santa Messa del Crisma, Giovedì Santo – Albano, Basilica Cattedrale

28-03-2024

Quando Gesù terminò la lettura del brano di Isaia nella sinagoga di Nazaret, l’evangelista Luca annota che «gli occhi di tutti erano fissi su di lui» (Lc 4, 20). Silenzio, stupore e attesa: i fedeli frequentatori della sinagoga si saranno domandati in cuor loro se fosse stato soltanto un caso che Gesù, «il figlio di Giuseppe» (Lc 4, 22), avesse proclamato proprio quel testo, trovato all’apertura del rotolo. Attendevano la spiegazione che ne avrebbe dato «il carpentiere, il figlio di Maria», che aveva per familiari Giacomo, Ioses, Giuda e Simone, le cui parenti abitavano nella medesima città (cf. Mc 6, 3). 
Egli iniziò a parlare e pronunciò una frase che non si sarebbero mai aspettati di sentire. Un’affermazione tanto chiara, quanto impegnativa: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che avete ascoltato» (L 4, 21). Non si tratta di un commento generico ad una parola dell’Antico Testamento, non è neppure l’omelia di un bravo rabbino. Ma la frase di Gesù è come una spada che taglia in due la storia, separa nettamente il passato dal presente: proprio nell’oggi della sua presenza, nel senso della sua missione, si stava compiendo quel preciso oracolo, al capitolo 61 del profeta Isaia. L’oracolo che parla dell’unzione del Messia, del suo fasciare le piaghe, liberare i prigionieri, consolare chi è nel pianto.