Omelia per il IV anno di ministero episcopale e per l’Ammissione di due candidati al Diaconato permanente

30-11-2008

 

1. Desidero, prima d'iniziare la mia Omelia, rivolgere un saluto cordiale a voi tutti e, in modo particolare, ai nostri due amici, gli accoliti Nicola Parisi e Tommaso Ursini che fra poco saranno ammessi tra i candidati al Diaconato permanente. Saluto pure le loro famiglie e le comunità parrocchiali di provenienza con i rispettivi Parroci e il Delegato Vescovile per il Diaconato permanente, ch'è pure il nostro Vicario Generale. Permettete che aggiunga un pensiero di sincera gratitudine verso il Dr. Saverio Petrillo, Direttore delle Ville Pontificie, che ci onora con la sua presenza. Infine, ma non per ultimo, rivolgo un fraterno saluto all'Arcivescovo di Otranto, S.E. Rev.ma Mons. Donato Negro che, trovandosi a Roma, ha accolto il mio invito a concelebrare questa Santa Eucaristia e a iniziare con noi il cammino dell'Avvento. Nel linguaggio liturgico è prassi che un Vescovo nel nominare un altro Vescovo usi l'espressione: 'il mio fratello''. Tra Mons. Donato Negro e me questo è vero sia per l'attuale fraternità nel collegio episcopale, sia per più antiche ragioni: abbiamo vissuto gli anni della formazione iniziale al sacerdozio nello stesso Seminario di Lecce, nostra comune Diocesi di origine; nel medesimo presbiterio di quella Chiesa particolare abbiamo per tanti anni svolto il nostro ministero sacerdotale e poi, ancora insieme, abbiamo lavorato nel Pontificio Seminario Regionale Teologico di Molfetta, di cui egli è stato pure Rettore. Ora è arcivescovo della Chiesa dei Beati Ottocento Martiri.

 

Otranto è Città - martire nei suoi ottocento eroi, che il 14 agosto 1480 non vollero ripudiare la fede cristiana. Quegli uomini non avevano preventivato il martirio; quando, però, furono messi davanti all'alternativa di avere salva la vita con l'abiura, oppure essere messi a morte, a una sola voce risposero che 'più tosto volevano mille volte morire con qual si voglia sorta di morte che di rinnegar Cristo' (G. M. Laggetto, Historia della guerra di Otranto del 1480). Ecco, un esempio concreto di cosa intenda il Signore quando ci dice: 'Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all'improvviso, non vi trovi addormentati'.

 

Con questa Domenica inizia un nuovo anno liturgico e torna il tempo dell'Avvento.

 

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