Chiesa sinodale: Chiesa dell’ascolto e del discernimento

Intervento al Convegno pastorale della Diocesi di Viterbo
28-05-2019

Premessa

Sul tema che mi avete chiesto di sviluppare per il vostro Convegno diocesano, in questi giorni avrete senz’altro ascoltato dei «rumori»: uso il termine usato dal Papa nel suo incontro con i Vescovi italiani riuniti in Assemblea generale lo scorso 20 maggio 2019. Si stava trattando, appunto, di «sinodalità», ch’è il tema di questo nostro incontro scelto dal Vescovo per il Convegno diocesano. Francesco ha detto così: «Sulla sinodalità, anche nel contesto di probabile Sinodo per la Chiesa italiana – ho sentito un “rumore” ultimamente su questo, è arrivato fino a Santa Marta! …».

L’idea era stata avviata qualche tempo prima su qualche organo si stampa e da lì è stata amplificata con un certo tambureggiare che è proseguito anche dopo l’intervento di Francesco, magari a conferma della validità dell’assioma che quidquid recipitur ad modum recipientis recipitur… Tutto questo, al punto da indurre L’Osservatore Romano a pubblicare una precisazione a firma di A. Tornielli, che dal dicembre scorso è direttore editoriale del Dicastero vaticano per la comunicazione. Si tratta, dunque, di una precisazione dal carattere ufficioso. Esordisce così: «Le parole meditate che il Papa ha pronunciato in apertura dei lavori della 73ª Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana sono state interpretate da qualcuno come un evidente sostegno in favore della celebrazione di un prossimo Sinodo della Chiesa italiana. Rileggendo con attenzione l’intervento del Pontefice si comprende però che Francesco non ha voluto fare pressioni sull’episcopato italiano per indirizzarlo a organizzare – magari in tempi rapidi – un nuovo Sinodo, quanto piuttosto abbia inteso indicare ancora una volta un metodo».