Cristo, oltre la propria esperienza

Omelia alla Comunità del Seminario Diocesano - Cappella del Seminario Diocesano, Albano Laziale
02-09-2021
  1. Io vi ringrazio di vero cuore per avermi proposto sia questa celebrazione eucaristica, sia l’incontro conviviale che seguirà; di averlo voluto a pochi giorni dall’ordinazione del nuovo vescovo e perciò, anche dalla conclusione del mio mandato episcopale per questa nostra Chiesa di Albano. Il Rettore, don Gabriele (D’Annibale), lo ha proposto anche perché alla celebrazione del mio giubileo sacerdotale non manchi l’intimità che solo la famiglia del Seminario può dare.

Qui, infatti, dimorano (ed è la cosa che in vario modo si è realizzata in questi anni trascorsi insieme) alcuni seminaristi, che al nostro sguardo sono la speranza del presbiterio diocesano; con loro ci sono alcuni sacerdoti che svolgono un ministero sia in uffici di Curia, sia in comunità parrocchiali; vi sono pure alcuni sacerdoti che, per l’avanzare degli anni, non hanno più specifiche responsabilità, ma accompagnano in vario modo, magari, anche solo con la preghiera, la vita della nostra Chiesa particolare. In tale situazione, parlando a voi è come se mi rivolgessi all’intero presbiterio.

  1. Vi anticiperò per questo il dono di un piccolo segno, che per qualche aspetto ha il carattere di un saluto, ma non propriamente di un congedo. L’essere vescovo «emerito», infatti, mi conferisce sia dei diritti, sia dei doveri che mi tengono legato alla Diocesi. Li trovate descritti nel Direttorio Apostolorum successores. Quanto ai doveri vi prometto di osservarli tutti, a cominciare dalle relazioni fraterne col vescovo diocesano (cf. n. 226). Relativamente, poi, ai «diritti», per uno ho già messo – come suole dirsi – le mani avanti, ossia la scelta «di essere sepolto nella propria chiesa Cattedrale» (n. 228d). Sapete già dove è preparata. Ve lo dico non già per fare dei gesti scaramantici – inopportuni almeno per il luogo e il momento – ma quasi per chiedervi, sorridendo, ciò che il Papa domanda al termine di ogni suo intervento: «Per favore, non dimenticatevi di pregare per me».