Grazia e misericordia ai suoi eletti

Omelia alla Perdonanza dei Ss. Medici – Santuario di San Cosimo alla macchia – Oria (BR)
06-05-2021
  1. Quando nella Basilica Cattedrale mi congedai ufficialmente da questa indimenticata Chiesa di Oria, il 18 ottobre 2004, vi salutai con queste parole di san Francesco d’Assisi: «Cominciamo, fratelli, a servire il Signore Iddio, perché finora abbiamo fatto poco o nessun profitto» (Vita prima di Tommaso da Celano VI, 103: FF 500). Concludevo, commentando: «Noi sappiamo che col Signore Gesù si può sempre ricominciare daccapo. Anche questo è grazia». Quando pronunciai queste parole cercavo di scrutare la strada nuova, verso cui la volontà di Dio mi spingeva.

Sono trascorsi un po’ di anni ed allora ero più giovane. Non vi nascondo che nei mesi passati già pensavo a come concludere, secondo le disposizioni canoniche, il mio secondo cammino episcopale. Però voi sapete che il Papa mi ha chiesto di cominciare daccapo. Mi incoraggia ciò che scrive san Gregorio di Nissa: «Chi corre verso il Signore non potrà mai esaurire l’ampiezza del cammino verso di Lui. […] Dio lo si vede soltanto se si continua a seguirlo. Vedere il suo volto significa camminare instancabilmente andandogli dietro» (Omelie sul Cantico dei Cantici V. XII: EDB, Bologna 1995, 103. 197-198).

La vocazione è così: mai conclusa. Dio non chiama una sola volta, perché egli ha sempre un «volto albeggiante» (cf J. B. Metz, Avvento di Dio, Queriniana, Brescia 1966, 22). Le sue chiamate, perciò, hanno sempre il chiarore delle aurore.