Maria: una fede creativa

Omelia nella Solennità della B.V. del S. Rosario - Basilica del Santo Rosario di Pompei
08-05-2021

Giungo qui a Pompei, con l’animo colmo di ricordi personali che si aprono nella lode riconoscente al Signore. Ho accolto volentieri l’invito dell’arcivescovo mons. Tommaso Caputo, che fraternamente ringrazio e saluto con tutti gli altri arcivescovi e vescovi concelebranti, presbiteri, consacrati e fedeli variamente uniti per questa Divina Liturgia.

Celebrando in onore della Santa Madre di Dio è doveroso metterci come Lei in ascolto della parola del Signore. Abbiamo ascoltato il racconto sempre nuovo dell’Annunciazione, che ci introduce in una scena di cui è difficile immaginarne una «più divina e nello stesso tempo più umana, una scena che più di questa dia l’idea di ciò che abbastanza spesso si verifica nella nostra vita di uomini» (J. Guitton, La Vergine Maria, Milano 1995, 54). Perché non c’è nulla di più santo dell’opera di Dio che dalla terra vergine della Figlia di Sion fa spuntare l’Uomo nuovo e il germe di una nuova creazione; e non c’è nulla di più umano di quella giovane donna che si turba e che interroga, che domanda e vuol sapere come.

Ho impressa nella mente la bellissima riflessione di san J. H. Newman su questa scena evangelica. Scriveva: «Santa Maria è per noi modello di fede, sia quanto all’accoglierla sia quanto a studiarla. Non le basta accettarla, ma ci riflette sopra; non le basta possederla, ma vuole usarla; non le basta assentirvi, ma la sviluppa; non le basta sottomettere la ragione, ma ragiona sulla propria fede. Non è che prima ragioni e poi creda, come Zaccaria; al contrario, lei prima crede senza ragionare e subito dopo, con rispettoso amore ragiona su ciò che crede. Ed è così che per noi è modello non soltanto per gli incolti, ma pure per quello che nella Chiesa sono maestri …» (cf. Sermon XV, in «Fifteen Sermons preached before the University of Oxford», Rivingston, London, Oxford, and Cambridge 1872, 313).