In attesa dell’Alleluia Pasquale

Omelia nella «Missa in coena Domini» 2021
01-04-2021
  1. La Santa Messa che stiamo celebrando c’introduce nel triduo pasquale. Potremo paragonarla a un preludio che, come nelle opere musicali, annuncia e anticipa alcuni temi che saranno sviluppati in seguito. Così è per la Messa in coena Domini, rispetto ai tre giorni che seguiranno: del venerdì e sabato santo e del giorno di Pasqua. Facciamo un esempio. Nella preghiera Colletta la Chiesa ha indicato l’Eucaristia come «convito nuziale» dell’amore di Cristo per noi. Penso che questa espressione possa aiutarci a cogliere un aspetto del mistero del Venerdì santo, che celebreremo domani.

Perché convito nuziale? Domani, nel racconto della Passione ascolteremo: «Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua». Potrebbe sembrare il triste rituale di una crocifissione e la descrizione di una reazione fisiologica nel corpo di un cadavere ed invece l’evangelista insiste nel portarvi la nostra attenzione. Tutta la tradizione cristiana d’oriente e d’occidente riconosce in questo evento la nascita della Chiesa.

Ascoltiamo ad esempio san Giovanni Crisostomo: come Dio formò la donna dal fianco di Adamo, così Cristo ci ha donato l’acqua e il sangue dal suo costato per formare la Chiesa. E come il fianco di Adamo fu toccato da Dio durante il sonno, così Cristo ci ha dato il sangue e l’acqua durante il sonno della sua morte. Vedete in che modo Cristo unì a sé la sua Sposa, vedete con quale cibo ci nutre. Per il suo sangue nasciamo, con il suo sangue alimentiamo la nostra vita. Come la donna nutre il figlio col proprio latte, così il Cristo nutre costantemente col suo sangue coloro che ha rigenerato (cf. Catech. ai Neofiti, III, 17-19). Ecco, allora, il convito nuziale.