Lo sguardo di fede di Maria

Omelia nella solennità dell'Assunzione della Beata Vergine Maria - Parrocchia pontificia di Castel Gandolfo
15-08-2018

1. Un testo della Liturgia ci aiuta a capire ciò che questa bella festa dell’Assunzione significa «per noi»: è tratto dal magistero del Concilio Vaticano II (cf. Lumen gentium, 68) ed è inserito nel canto del Prefazio, all’inizio della grande preghiera eucaristica. Dice: «hai fatto risplendere per il tuo popolo, pellegrino sulla terra, un segno di consolazione e di sicura speranza».

Questa solennità non c’invita soltanto a cantare Le glorie di Maria – come recita il titolo di un’opera famosa di sant’Alfonso M. De Liguori (1750) – ma pure a considerare il senso della nostra vita terrena e la sua direzione: Iddio ha formato l’uomo dalla terra, ma lo ha fatto per il cielo!

Siamo indirizzati al cielo ed è proprio questo l’annuncio che abbiamo colto dall’esortazione di san Paolo nella seconda lettura (cf. 1Cor 15,20-26). Diremmo, facendo ricorso ad un’immagine agostiniana (cf. Espos. sui Salmi 64, 10), che con Maria la «nave», che è la Chiesa, ha gettato l’àncora nel porto della salvezza. Ecco perché il conforto e la speranza.