Madre di misericordia, piena di santa letizia

Omelia nella solennità di Santa Maria «della Rotonda»
04-08-2018
  1. Nel racconto delle nozze di Cana, che abbiamo ascoltato, possiamo distinguere tre momenti. C’è anzitutto quello della festa, quando arrivano gli amici invitati, sono celebrate le nozze e inizia il banchetto. Quante volte ci è accaduto di partecipare a simili momenti di amicizia e di gioia ed è bello osservare e la felicità che traspare dai volti di tutti: degli sposi, dei parenti, degli amici che si ritrovano.

C’è poi il secondo momento, che è quello della crisi: «non hanno vino» è la costatazione che la Madre comunica a Gesù. È crisi perché nella tradizione orientale e anche nella nostra mediterranea, il vino non è una semplice bevanda: «rallegra il cuore dell’uomo» dice un Salmo (104, 15); è segno di «alleanza», nell’uso di Gesù nell’ultima cena. Con la mancanza del vino, allora, sono a rischio la gioia e l’amicizia: per questo ho parlato di crisi.

Il terzo momento, infine, è quello della gioia ridonata. Gesù muta l’acqua in vino e l’evangelista commenta: «Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui». Vuol dire che il momento della gioia restituita dà spazio alla prima espressione comunitaria della fede cristiana. La fede cristiana scaturisce, come fiore che si apre sotto i raggi del sole, davanti allo stupore della gioia ritrovata: «Tu hai tenuto da parte il vino buono finora!».