Non hanno più vino

Omelia nella solennità di Santa Maria «della Rotonda» 2021 -
07-08-2021

La festa della Madonna, che per la forma dell’antico tempio che custodisce e conserva la sua immagine chiamiamo «della Rotonda», ci ritrova qui pure quest’anno per magnificare con Lei il Signore. È da secoli che, in questi giorni, i fedeli di Albano come Maria proclamano di generazione in generazione le misericordie del Signore. Per me, poi, questa Santa Liturgia ha un significato particolare perché giunge ad un mese prima della conclusione del mio ministero episcopale in questa carissima Chiesa. Si conclude un governo pastorale, ma non si scioglie un legame spirituale e un vincolo d’amore. Lasciamo, allora, che la parola del Signore appena ascoltata continui a nutrirci e ad alimentare il nostro cuore. È stato proclamato il vangelo delle Nozze di Cana. Su questa pagina, dunque, vi propongo alcune riflessioni.

Nei racconti evangelici la voce della Madonna si fa udire per quattro volte. La prima è nel dialogo con l’Angelo nel mistero dell’Annunciazione (cf. Lc 1,26-38). Dove Maria ci è mostrata nell’obbedienza della sua fede. La seconda volta è nel dialogo con Elisabetta nel mistero della Visitazione (cf. Lc 1,39-56), dove si mostra la ricchezza della sua carità. La terza volta è nel dialogo con Gesù a Gerusalemme, quando gli domanda: «Figlio, perché ci hai fatto questo?» (Lc 2,48). Qui l’evangelista Luca ha una  pennellata da maestro: «Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore» (2,51): ci mostra, così, il volto della speranza, che attende e invoca lo svelamento dei misteri nascosti. La quarta e ultima volta è a Cana di Galilea quando, rivolta di nuovo al Figlio, gli dice: «Non hanno vino» (Gv 2,3). È proprio su questa ultima parola di Maria che desidero soffermarmi.