Omelia Giubileo del Clero Diocesano

23-06-2000

OMELIA

Giubileo del Clero Diocesano

 

1. L'acqua è il simbolo che domina i due passi biblici, scelti e proclamati per questa nostra celebrazione giubilare (cf. Giona 1, 1.16; Lc 5,1-11). È un simbolo di salvezza. Per questo noi la benediciamo nella liturgia della Veglia Pasquale rievocando tutte le meraviglie operate da Dio per mezzo dell'acqua. Su di essa, al principio, aleggia lo Spirito creatore, nel diluvio è segno della rigenerazione battesimale e, nel passaggio del Mare Rosso, prefigura la salvezza dalla schiavitù. Scaturita dal costato aperto di Gesù Crocifisso, l'acqua mista a sangue è segno dei doni spirituali. Sì, quando il Signore guarda in faccia la sua Chiesa, apre in essa una sorgente di vita nuova.

L'acqua, però, è anche un simbolo inquietante perché evoca i grandi pericoli che incombono, di fronte ai quali diveniamo quasi impotenti, come una barca tra i flutti o un terreno devastato dall'inondazione.

Nell'acqua, dunque, sonò collocati sia Giona sia Pietro: il primo sarà un uomo “”pescato”” e ingoiato da un pesce; il secondo, invece, sarà mandato a catturare uomini come fossero pesci,  ma non per metterli cotti su una tavola imbandita, piuttosto per lasciarli vivi. Pietro riceve da Gesù la missione d'essere pescatore per la vita.

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