Omelia nel Rito esequiale per le vittime del terremoto agosto 2016. Pomezia, 26 agosto 2016

26-08-2016

OMELIA

Rito esequiale per le vittime del terremoto agosto 2016


1. Quanti, l’altra notte, abbiamo avvertito la scossa sismica delle 03,37 abbiamo tutti pensato a un terremoto e, considerandone l’intensità percepita, abbiamo di sicuro immaginato l’epicentro non molto lontano dalle nostre città. La realtà che dopo si è mostrata ai nostri occhi è andata ben oltre i nostri timori. Anche ora, il rito funebre che stiamo celebrando ci riporta a quegli scenari di distruzione e di morte trasmessici molto presto dai media. Foto, commenti… si cerca di indagare, di capire.
Grande, in tutti noi, e ben vivo è il senso della compassione per le vittime che sono nelle bare, portate in questa piazza. Pomezia (e non solo questa Città) è tutta qui, nella sua veste pubblica e ufficiale e nella sua realtà di popolo, tutta compresa nella triste vicenda di chi è morto nella più tenera età, come il piccolo Gabriele con la giovane cugina Elisa e la coetanea Arianna, e poi Andrea, Rita, Irma ... Sono figli di questa comunità. Domani pomeriggio, a Nettuno, celebrerò le esequie di altri due bambini di 14 e 12 anni, Ludovica e Leonardo, morti col loro papà Ezio, un uomo della Polizia di Stato, e con i due nonni materni, Rocco e Maria Teresa. Tutti questi nomi, che già solo pronunciare oggi è doloroso, per i loro parenti superstiti sono molto di più; sono indici di affetti, di speranze, di storie che nel loro animo hanno risonanze per tutti noi indescrivibili. Attorno a tutti noi ci stringiamo con cuore addolorato e partecipe. C’è, però, un elenco purtroppo ancora più lungo; molto più lungo, sicché il nostro pensiero si allarga alle tante altre vittime (al momento 268, dicono) di questo terremoto. Quelle persone noi non le conosciamo, ma ugualmente le amiamo. Sulle labbra di quanti crediamo nella vita eterna promessa da Gesù, sorge spontanea l’antica preghiera: l’eterno riposo, dona loro, Signore e splenda per loro la luce perpetua; riposino nella pace.
 
2. Il dolore e la sofferenza causate dal sisma oltrepassano questi morti e si volgono a tutti quelli che ne subiscono nel corpo e nel cuore i contraccolpi: per tutti loro c’è il sentimento della vicinanza affettuosa e l’impegno di adoperarci perché i loro disagi e le loro pene siano alleviati...
 

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