Omelia nella dedicazione della Chiesa di S. Lorenzo Martire

10-04-1999

OMELIA

NELLA DEDICAZIONE DELLA CHIESA DI S. LORENZO MARTIRE

1. Per otto giorni consecutivi la Chiesa ha gridato al mondo intero la sua gioia per la Risurrezione del Signore. Il Tempio che gli uomini avevano distrutto, è stato riedificato in tre giorni (cf Gv 2, 19). Cristo è vivo. Cristo è con noi. L'Alleluia pasquale è l'esultanza per questa presenza ridonata e ritrovata. 'Pace a voi', disse Gesù ai suoi discepoli riuniti nel chiuso di un edificio. 'Pace a voi', egli ripete a ciascuno di noi. Questa, però, nella quale oggi Egli fa il suo ingresso, è una casa costruita per essere aperta, edificata per essere casa accogliente, casa di fratelli e di amici. L'edificio che oggi noi dedichiamo a lode della Trinità Santa è stato costruito per radunarci materialmente. Costruito con fatica, con impegno e sofferenza, oggi esso è dedicato nella gioia. Contiene, infatti, il nostro mistero: 'Questa è la casa dove eleviamo le nostre preghiere, ma casa di Dio siamo noi stessi', predicava S. Agostino e aggiungeva: 'Quanti abitano nella casa di Dio, sono al tempo stesso dimora di Dio, che gusta la sua dolcezza, è al riparo come suo tempio ed è nascosto nel segreto del suo volto' (Serm. 336, 1; 337, 3). In questa casa - che siamo noi - entra il Risorto. A tutti e a ciascuno dice: 'Pace a voi'. Se, però, non siamo casa, se, cioè, non formiamo un edificio tenuto compatto dal vincolo della carità, se non siamo una famiglia, allora Cristo non può entrare per donarci la sua pace. A chi non furono di ostacolo le porte chiuse del luogo in cui si trovavano i discepoli, saranno, invece, di ostacolo le nostre chiusure, i nostri egoismi. E allora rimarremo nelle nostre paure e nelle nostre inquietudini. Venne il Signore, ci ha raccontato il Vangelo (cf Gv 20, 19-31), ma Tommaso non era con gli altri discepoli. Disse, perciò: 'Se non vedo, non credo'. Otto giorni dopo venne ancora il Signore. Questa volta con loro c'era anche Tommaso. Perciò disse: 'Mio Signore e mio Dio'. Il riconoscimento del Risorto avviene soltanto nella comunione, nella fraternità, nella carità. Viviamo, dunque, nell'amore. Invano, difatti, sarebbe edificata questa casa e inutilmente sarebbe dedicata, se noi che l'abitiamo non viviamo nella carità.

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