Omelia nella prima domenica d’Avvento 2009 nel quinto anniversario dall’inizio del ministero episcopale nella Chiesa di Albano

29-11-2009

1. 'Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell'amore fra voi e verso tutti' (1 Ts 3, 12). L'augurio dell'Apostolo che ci è stato rivolto con le prime parole della II Lettura, lo rinnovo per voi, carissimi Sacerdoti e Venerabile Capitolo Cattedrale. Lo ripeto anche per voi, Diaconi e Ministri qui raccolti e specialmente a voi, Nicola e Tommaso che tra poco sarete istituiti Lettori, con le vostre famiglie e comunità parrocchiali. Il Signore renda 'saldi i vostri cuori' (v. 13): lo ripeto anche per voi tutti, carissimi fedeli, insieme con le onorevoli Autorità civili e militari presenti, il Sig. Direttore delle Ville Pontificie che guida pure i Cavalieri del Santo Sepolcro della Delegazione di Albano; Egli renda 'irreprensibili nella santità' (ivi) anche voi, carissimi religiosi e religiose.

Abbiamo appena ascoltato parole difficili da spiegare, persino minacciose per gli scenari che prospettano sconvolgimenti terribili nell'aria e sulla terra e diffondono paura mortale nel cuore gli uomini (cf. Lc 21, 26-26). Gesù, però, ha aggiunto anche parole d'incoraggiamento ed espressioni rassicuranti. Ha detto, infatti: 'Quando cominceranno ad accadere tutte queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina' (Lc 21, 28). Non c'è neppure bisogno che assistiamo alla fine degli eventi per essere tranquillizzati; basta solo che ne intuiamo gli inizi. Come il contadino, di cui si parla nella breve parabola, che segue immediatamente le parole di Gesù. La lettura liturgica l'ha omessa, ma noi amiamo risentirla: 'Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l'estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino' (v. 29-31). Dominus prope est, il Signore è vicino. Per questo noi dobbiamo alzarci e metterci in piedi, come facciamo al mattino quando ci accorgiamo che è sorto il sole e un nuovo giorno ci aspetta. Per questo l'Apostolo esorta: 'È ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti' (Rom 13, 11).

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