Rimanete in me e io in voi

Omelia per il 60mo anniversario di sacerdozio di S.E. Mons. Rocco Talucci, arcivescovo emerito di Brindisi-Ostuni, Concattedrale di sant’Andrea apostolo – Venosa (PZ)
23-07-2021
  1. Gesù, oggi c’incoraggia egli stesso a meditare su quanto abbiamo appena ascoltato: «Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto» (Gv 15,7).

«Rimanete in me…»! Nel sentirsi ripetere queste parole, sant’Anselmo esclamava: O inaestimabilis dignatio, o beata mansio, o gloriosa vicissitudo…! «O inestimabile onore, o felice dimora, o glorioso scambio. Quanta bontà del Creatore che viene a dimorare nella sua creatura; quale immensa gioia per la creatura, nel rimanere nel suo Creatore; quale gloria per la creatura in tale amicizia col suo Creatore, al punto che questi dimori in lei e lei in Lui» (Meditationes et orationes, I, 3: PL 158, 712).

«Rimanete in me…»! Nel breve passo di vangelo che oggi è stato proclamato nella Santa Messa il verbo: rimanere è ripetuto per sette volte: «Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto… Chi non rimane in me viene gettato via … Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto» (Gv 15,4-7). Ogni nostra preghiera, ogni nostro parlare col Signore ha in questo rimanere il suo habitat, la condizione, la sua premessa, la sua grazia.