Aprirò una strada al mio popolo

NELL’ORA DELLA MIA MISERICORDIA

Lettera quaresimale alla Santa Chiesa di Oria su ‘Conversione e Riconciliazione’

 

Il rito austero e solenne dell’imposizione delle Ceneri ci ha introdotti nel tempo santo della Quaresima. È il tempus acceptabile , il tempo favorevole per la nostra salvezza, come ci ripete la Chiesa riecheggiando le parole dell’ apostolo Paolo (cf. 2Cor 6, 2). È il tempo che ci dispone a celebrare il mistero della Pasqua, l’evento senza il quale non soltanto cadrebbe il nostro titolo di cristiani, ma noi stessi saremmo i più infelici tra gli uomini, saremmo ancora nei nostri peccati (cf. 2Cor 17,19). Nella vita di Gesù risorto, invece, la nostra esistenza riceve pienezza di senso. La stessa nostra sofferenza acquista valore, perché, come la Croce di Gesù, è investita dal soffio vitale dello Spirito, che la rende capace di un incommensurabile e indefettibile amore.

Ci è dato un “tempo”. Ma, cosa è il tempo? Qualcuno dirà senza esitare che il tempo è denaro. È una tra le molte risposte possibili. Di cosa, però, noi, oggi, abbiamo maggiore bisogno? Di un tempo per “avere” o di un tempo per “essere”? È, dunque, il caso di riconoscere il tempo.

Sappiamo bene quanto la nostra esistenza sia legata al fluire del tempo. Esso misura la durata della vita presente, condiziona ogni nostra azione, segna la nostra cronaca e la nostra storia con il susseguirsi delle ore e dei giorni. Siamo immersi nel tempo. Nulla c’è di più vile, quando pensiamo che il tempo tutto divora e consuma, invecchiando ogni vita che spunta sulla faccia della terra. Ciò nonostante il tempo è la cosa più preziosa che un uomo possa spendere.