La doppia Carità – 1 Giugno 2004

LA DOPPIA CARITÀ

Sant’Annibale Maria Di Francia

 

Introduzione

Domenica mattina, 16 maggio 2004, ero anch’io sul sagrato della Basilica di San Pietro, tra i vescovi e sacerdoti che concelebravano la Santa Eucaristica durante la quale Giovanni Paolo II ha proclamato sei nuovi santi. Tra questi, Annibale Maria Di Francia, presbitero, fondatore delle Congregazioni dei Padri Rogazionisti del Cuore di Gesù e delle Suore Figlie del Divino Zelo. In tanti erano giunti, anche dalla nostra Diocesi, per essere presenti al solenne rito della Canonizzazione. Accanto a loro, io ho avuto la grazia di esprimere ufficialmente la ‘voce’ della Chiesa di Oria, che lodava la Trinità Santa per avere glorificato questo fedele imitatore di Cristo.
I discepoli e le discepole di Gesù, quando sono canonizzati, possono essere pubblicamente invocati come propri intercessori da tutti i fedeli. Nella Chiesa di Oria, però, come in quella di Messina, la venerazione per sant’Annibale Maria Di Francia ha un titolo tutto speciale giacché egli vi ha dimorato durante la sua vita terrena. Vivendo in queste contrade, il nuovo Santo ebbe modo di conoscere e amarne la popolazione e di avviare con tante anime buone iniziative, che ormai fanno parte di una storia di santità.
Ed ecco che oggi la nostra Chiesa diocesana invoca il padre Annibale insieme con gli altri ‘suoi’ santi. Anzitutto con san Barsanufio di Gaza, di cui Oria conserva gelosamente le reliquie sin dalla metà del nono secolo. Annibale Maria Di Francia ebbe fin da giovinetto per questo Patrono della Città e dell’intera Diocesi una speciale devozione. Per lui aveva scritto apposite preghiere, rievocando in esse di volta in volta tratti fondamentali della vita e della spiritualità del santo anacoreta e traendo da ciascuno motivi d’invocazione e d’intercessione. Poiché, poi, amava verseggiare, in onore di san Barsanufio compose dei versi, che cominciano così: ‘Barsanofio eccelso e pio / i tuoi affetti puri e casti / al Signor li consacrasti / dalla tua primiera età; / nostro cor solleva a Dio / nel fervor di carità…’. In occasione dell’ingresso delle Figlie del Divino Zelo nell’aprile del 1909 nella chiesa di San Benedetto lo ricorderà egli stesso rivolgendo ai presenti queste espressioni: ‘Più volte mi mossi dalla mia lontana Messina e qui venni per visitare questi luoghi… per venerare le sacre reliquie del vostro illustre protettore S. Barsanofio; e fin d’allora il grande Solitario della Palestina divenne mio protettore, e il mio scarso estro giovanile gli offrì il tributo di poveri ma affettuosi versi: e non pensai, che dopo tanti anni, li avrebbero cantati in Oria queste Orfanelle messinesi’. In effetti, quando il Padre, profugo da Messina arrivò in Oria insieme con le orfanelle, vi giunse, come scrisse il p. Vitale, ‘cantando a suon d’armonium sullo stesso treno l’inno a S. Barsanofio’.