Lettera al clero della di Diocesi di Albano, 13 marzo 2013

            Carissimi,

                        Habemus Papam. Ho vissuto l'annuncio e ricevuto la sua prima benedizione apostolica insieme con i sacerdoti del Vicariato di Pomezia e con oltre trecento catechisti convenuti questa sera a Torvaianica per l'incontro programmato nel contesto della Visita Pastorale. Se già la Domenica Laetare (IV di Quaresima) ci aveva portato l'annuncio della Pasqua ormai imminente, questo evento aumenta la gioia e ci spinge ad essa con maggiore impegno. A parte vi affido un Messaggio per la Diocesi. Qui, però, desidero offrirvi alcuni spunti per vivere meglio i prossimi giorni.

1.      Prepariamoci spiritualmente, anzitutto, alla Messa Crismale. Dal 1965 la riforma liturgica ce l'ha donata come Messa concelebrata dal Vescovo coi sacerdoti del Presbiterio diocesano, i quali rinnovano le loro promesse sacerdotali e lo circondano nella benedizione degli Oli e nella consacrazione del Crisma. Si tratta della materia sacramentale per le tre «unzioni»: del Battesimo, della Confermazione e dell'Unzione degli Infermi. L'unzione con il Santo Crisma caratterizza pure, in maniera non essenziale ma significativa, l'ordinazione del Vescovo e dei Presbiteri. Anche la Mensa eucaristica e le pareti del Tempio sono unte col Crisma nel rito della Dedicazione. Per questo è ormai tradizione della Chiesa che nella Messa vespertina parrocchiale della Cena del Signore gli Oli e il Crisma siano presentati ai fedeli perché li accolgano come un dono che esprime la comunione nell'unica fede e nell'unico Spirito. Essi saranno poi diligentemente conservati in un luogo apposito e onorevole ad essi riservato, reso riconoscibile dalla scritta: «Oli Santi», o simile. Nell'Omelia si parli dei sacramenti pasquali ricordando pure il percorso che, durante la Visita pastorale, la nostra Chiesa di Albano sta vivendo nel rinnovamento dell'Iniziazione Cristiana e, quest'anno, riflettendo specialmente sul catecumenato crismale.

2.      Il Triduo Pasquale, di cui la Messa vespertina in coena Domini è come il preludio, sia considerato e celebrato nella sua unità teologica e liturgica. Tale unità è significata dall'unica liturgia eucaristica che idealmente in esso si trova, cioè quella della Veglia Pasquale. Che tale sia il Triduo Pasquale è facile dedurlo da alcuni segni rituali, come il fatto che il saluto iniziale e la benedizione/congedo alla fine delle celebrazioni si trovano soltanto, rispettivamente, nella Messa vespertina del Giovedì Santo e nella Veglia Pasquale; le altre celebrazioni terminano nel silenzio e nel silenzio inizia pure l'azione liturgica del Venerdì Santo. Particolarità, queste, che ci aiutano a capire come il Triduo Pasquale sia davvero da intendersi come l'atto celebrativo unitario di un evento anch'esso unitario: Gesù Cristo fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte.

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13-03-2013