Lettera al clero della Diocesi di Albano, 14 maggio 2013

 

            Carissimi,

                        giovedìscorso, al termine della riunione ordinaria del Consiglio Presbiterale hoconsegnato ufficialmente la lettera pastorale Attraversare la porta della fede col cuore ferito, indirizzata inprimo luogo agli sposi cristiani che vivono in stato di separazione, divorzio enuova unione. Essa, oltre a esprimere un gesto di vicinanza, vuole anche essereuna proposta di «stile» pastorale con cui avvicinarsi e accompagnare tantinostri e fratelli e sorelle che soffrono per una ferita così profonda nellaloro vita. La successione di cinque brevi capitoli indica i temi chiave: la «porta», come simbolo della vita,illustrata con un testo del card. J. M. Bergoglio, ora il nostro PapaFrancesco; la ferita, come condizionevitale che tocca ogni persona umana; ilcuore aperto col quale Cristo crocifisso e risorto viene incontro a ogniuomo, anche ai cristiani che più avvertono il bruciore della ferita nellapropria condizione di sposi, di genitori.

La lettera pastorale reca l'immagine di Cristo alla porta, un'opera del pittore A. Martinotti il cui uso ciè stato gentilmente concesso. Eccone in sintesi un commento: «il dipinto rimanda al testodi Ap 22,20: Io sto alla porta ebusso, se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui,cenerò con lui e lui con me. Gesù apre la porta, ma non entra: si limita aguardare. Nel suo sguardo c'è il senso di trepidazione dell'attesa, ma anche iltimore di vedere ciò che non si vorrebbe vedere. La luce del quadro è tuttanegli occhi di Gesù, mesti e profondi al contempo. La mano di Gesù è già nellafessura, ma la porta resta socchiusa all'infinito fino a che non sia la nostralibertà a decidere di spalancarla. Al di fuori della porta ci siamo noi, brunidi terra come l'ombra che si intravede sull'uscio. Cristo rimane lì,fissandoci, in attesa» (da un intervento di D. Dorini).

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14-05-2013