LETTERA DEL VESCOVO al Clero diocesano e ai religiosi all’inizio del tempo ordinario

Al Clero Diocesano

Alle persone di Vita Consacrata nella Diocesi

Carissimi,

                        terminata 'la celebrazione della Pasqua nel tempo sacro dei cinquanta giorni', la Chiesa ci riporta nel tempo per annum, chiamato in italiano tempo 'ordinario'. Con tale denominazione non si indica un periodo insignificante, o banale; si tratta, piuttosto, di un tempo in cui il mistero di Cristo è celebrato nella sua globalità, lungo il ritmo delle settimane e delle Domeniche. Aiutati dalla Parola di Dio, al di là dei grandi misteri di cui facciamo memoria nei grandi cicli del Natale e della Pasqua, nel tempo 'ordinario' incontriamo la persona di Gesù negli ordinari momenti della sua vita terrena, nelle sue parole e nel suo stile di vita quotidiani; ugualmente facciamo memoria dei suoi incontri con le persone, del suo tempo condiviso coi suoi discepoli, dell'insegnamento e delle guarigioni donati agli uomini e alle donne nelle loro più varie situazioni di vita. Dom Guéranger spiegava così: 'A Natale, Cristo nasceva in noi; nel tempo della Passione, ci incorporava alle sue sofferenze e ai suoi meriti; nella Pasqua, ci comunicava la sua vita gloriosa; nell'Ascensione ci trascinava al suo seguito fino al cielo: in una parola «Cristo si formava in noi». Il Paraclito poi è venuto per abitare e animare la nostra vita rigenerata. Ora, questa vita deve svolgersi conforme a quella di Cristo e sotto la guida del suo Spirito'.

Il tempo 'ordinario', allora, è il tempo della fedeltà. Esso, peraltro, è più chiaramente scandito più che dalle feste e le solennità, dal ritmo ordinario dalla Domenica, che per la Chiesa è il segno della fedeltà al suo Signore (cf. Nota Cei, Il giorno del Signore n. 3). Al termine di ogni Eucaristia domenicale, pertanto, dovrebbe avvenire per noi ciò che accadde a Pentecoste, quando le folle, dopo avere ascoltato le parole di Pietro, si sentirono trafiggere il cuore e di domandarono l'un l'altro: 'Che cosa dobbiamo fare?' (At 2,37). Il 'tempo ordinario' è il tempo dell'assimilazione nella vita di ciascuno, delle nostre famiglie e delle nostre comunità della Parola, che abbiamo ricevuto: 'Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amato' (Gv 15,12).

Queste parole di Gesù ci rimandano al Sacramentum Caritatis e alla solennità del SS.mo Corpo e Sangue di Cristo, che ricorrerà Domenica 25 maggio p.v. La si celebri annunciandola ai fedeli già nella Domenica della Santissima Trinità, nonché preparando e curando attentamente la processione, perché sia condotta attraverso le vie di ogni nostra città come pubblica testimonianza di venerazione verso la santissima Eucaristia. Tale processione sia, come prescritto, unica in ogni città. Ad essa partecipino tutte le comunità parrocchiali con tutti i loro sacerdoti, Istituti religiosi maschili e femminili, Confraternite e Associazioni. Dove si ritiene opportuno per un suo migliore e sereno svolgimento e d'intesa col Vicario Foraneo, la processione eucaristica potrà essere anticipata al giovedì precedente.

Salutandovi con affetto, su tutti invoco di cuore la benedizione del Signore

Albano Laziale, 13 maggio 2008

X Marcello Semeraro

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13-05-2008