Chi cercate non è qui. È con noi! Omelia nella veglia pasquale, 19 aprile 2014

19-04-2014

«So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui» (Mt 28,5-6). Se noi un giorno dovessimo trovarci coinvolti in eventi simili a quelli che abbiamo appena ascoltato e dovessimo udire parole come quelle che l'angelo rivolse a Maria di Magdala e all'altra Maria, la madre di Giacomo il minore e di Giuseppe, non sapremmo davvero che pensare: è in atto un terremoto, che lascia tremanti e quasi tramortiti uomini abituati alla vita dura, come le guardie; loro, però, le due donne, non devono temere! Perché mai? Cosa le tiene fuori dal pericolo? O chi? Sono andate al sepolcro per una visita pietosa preparata con amore, ma si sentono dire: non è qui. Cosa può essere accaduto? Una visita a vuoto, ad ogni modo, lascerebbe chiunque con la bocca amara. Eppure, quell'annuncio è una rivelazione. Non è qui.

L'umanità glorificata del Risorto non è più fatta per luoghi come una tomba; per il Risorto, anzi, non ci sono proprio più «luoghi». Fino a quel momento la vita terrena aveva fatto sì che il corpo di Gesù fosse localizzato: in Galilea, o in Giudea, nella mangiatoia a Betlemme o in croce sul Calvario, poi a Cana, a Cafarnao, a Betania, a Gerusalemme ' Ora niente più di tutto questo. Il corpo glorioso di Gesù non è più soggetto ai limiti dello spazio e neppure del tempo (cf. CCC 645-646). Ora ch'è risorto, Gesù ha solo «relazioni», ha solo «incontri»: con i suoi apostoli, con altri suoi discepoli, con Saulo ' D'ora un avanti Gesù Risorto non è più qui, o là, ma è solo con. Ora ch'è risorto, Gesù è in pienezza l'Emmanuele, ossia il «Dio con noi» (cf. Mt 1,23).

Anche adesso, Gesù è con noi. Non è da qualche parte: è con noi. «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Quando mi accade, leggo sempre con emozione, ripresa dalle mie letture giovanili, la vibrante Preghiera a Cristo che conclude la «Storia di Cristo» di Giovanni Papini: «Sei ancora, ogni giorno, in mezzo a noi. E sarai con noi per sempre. Vivi tra noi, accanto a noi, sulla terra ch'è tua e nostra, su questa terra che ti accolse, fanciullo, tra i fanciulli e, giustiziabile, tra i ladri; vivi coi vivi, sulla terra dei viventi che ti piacque e che ami, vivi d'una vita non umana sulla terra degli uomini, forse invisibile anche a quelli che ti cercano, forse sotto l'aspetto d'un povero che compra il suo pane da sé e nessuno lo guarda» (Vallecchi ed., Firenze 1962, 617).

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