Cristo: libro e lettore. Omelia nella Festa di sant’Andrea apostolo – Istituzione dei Lettori nel Pontificio Collegio Leoniano. Anagni 30 novembre 2016

30-11-2016
Cristo: libro e lettore.
 

1. Oggi noi onoriamo sant’Andrea che, secondo il racconto del quarto vangelo, è il «primo chiamato». Egli è uno dei due che, avendo udito le parole del Battista: «Ecco l’agnello di Dio!», hanno seguito Gesù e che, dalle quattro di quel pomeriggio, sono rimasti con lui per un intero giorno (cfr Gv 1,35-40). «Che giornata felice dovettero trascorrere – esclama sant’Agostino – che notte beata! Chi ci può dire cosa ascoltarono dal Signore?». Poi esorta: «Mettiamoci anche noi a costruire nel nostro cuore una casa dove il Signore possa venire, e ci ammaestri, e si trattenga a parlare con noi» (In Io. ev. 7,9: PL 35,1442).

È quello che dobbiamo fare adesso, dopo avere ascoltato la Parola di Gesù. L’omelia, dicevano gli antichi maestri, deve essere un correre sulle parole della lettura evangelica come su di un prato e poi un riposare nella contemplazione sicché la Parola giunga ad abitare nel cuore. Ritorniamo, allora, al testo sacro.
Abbiamo ritrovato Andrea, questa volta col fratello Simone chiamato Pietro. Ambedue sono dediti alla pesca: gettano le reti in mare. Dopo è narrata la chiamata di altri due fratelli, Giacomo e Giovanni che nella barca, insieme con Zebedeo loro padre riparano le reti. Se per i primi il lavoro comincia, per questi altri sembra già finito. Si tratta, in ogni caso, gesti ordinari, consueti. È il lavoro di ogni giorno, che occorre per portare avanti la famiglia, per guadagnare qualcosa, per vivere dignitosamente. A casa nostra si fa così. Tutto è enormemente feriale, tutto quotidiano, semplice.
 
2. È in qualche maniera il contrario di ciò che noi stiamo facendo adesso. Siamo immersi in una ritualità solenne: abiti molto diversi da quelli ordinari, gesti misurati previsti da un rituale; i canti, i lumi, l’incenso… C’è appena stata la chiamata dei nuovi lettori secondo un formulario convenzionale; ci sarà poi la consegna ufficiale a loro del libro della Sacra Scrittura… Avranno fra le mani la Bibbia in una forma alquanto diversa da come la si porta a scuola per la lezione di Scrittura, o altrove per una lectio divina. Ora, però, facciamo quello che giustamente è richiesto dal «rito».
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