Il grande mistero del Giordano

Omelia nella festa della Teofania del Signore – Battesimo di Gesù
06-01-2020
  1. Celebriamo la Santa Teofania del Signore Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo: una celebrazione che, considerando il «grande mistero del Giordano» (Origene, Commento al vangelo di Giovanni VI,47,244), nella tradizione bizantina intende cogliere almeno un raggio dello splendore divino. In questo medesimo giorno la Liturgia romana celebra l’Epifania del Signore. Le due parole si somigliano e sono imparentate. «Teofania» vuol dire manifestazione di Dio); «epifania» significa manifestazione dall’Alto, ossia ancora da Dio. Non sono, ovviamente, le uniche manifestazioni del Signore, dopo che egli è venuto ad abitare in mezzo a noi nel nascondimento e nell’umiltà dell’umana natura (cf. Gv 1,14). Questa sera, nell’antifona dei Secondi Vespri la Liturgia romana canterà così: «Tre prodigi oggi celebriamo in questo santo giorno: oggi la stella ha guidato i magi al presepio, oggi l’acqua è cambiata in vino alle nozze, oggi Cristo è battezzato da Giovanni al Giordano per la nostra salvezza, Alleluia».

Nell’epistola a Tito che è stata proclamata, l’Apostolo ci ha annunciato che «è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini» (2,11). Ecco, allora, che, come l’unico raggio filtrato dal prisma si scompone in molti colori, anche noi l’unico mistero della manifestazione del Signore si mostra in molteplici eventi di salvezza. Alla nostra limitata capacità umana non rimane che coglierli e meditarli uno per volta. La tradizione latina coglie la manifestazione del Signore ai Magi; quella orientale quella al Giordano. Qui, anzi, il velo è tolto non da un segno celeste: la stella sorta dall’Oriente, ma da Dio stesso. È Lui, infatti, che manifesta il «segreto» di Gesù; è il Padre che mette in piena luce, ciò che agli occhi degli uomini era nascosto.

A questo punto, però, dobbiamo ricordare almeno un’altra manifestazione del Signore: la Trasfigurazione di Gesù sul monte! Anche allora si fece udire una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo» (Mt 17,5). È la stessa voce di cui poco fa abbiamo ascoltato dal vangelo: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento» (Mt 3,17). In ambedue i casi si tratta della manifestazione di un amore: Gesù è il Figlio amato dal Padre! Teofania vuol dire manifestazione dell’amore di Dio.