Molto perdono per molto amore. Omelia nel pellegrinaggio giubilare del Vicariato di Aprilia, 12 giugno 2016

12-06-2016
1. Le tre letture bibliche di questa XI Domenica del t.o. sembrano scelte apposta per farci addentrare nel mistero confortante e gaudioso della misericordia di Dio. La parola di perdono rivolta da Dio a Davide attraverso la voce di Natan e quella che Gesù indirizza alla donna si ritrovano il quell’unico mistero. E Paolo ce ne spiega il contenuto: il Figlio di Dio mi ha amato e ha consegnato se stesso per me!
Cosa stupisce nei tre brani biblici? Nel primo mi sorprende la rapidità con la quale Dio perdona. Davide dice: «Ho peccato contro il Signore» e subito Natan gli dichiara: «Il Signore ha rimosso il tuo peccato». Di mezzo non c’è nulla: non c’è pena da scontare, non c’è espiazione. Non c’è nulla. Pentimento e perdono. Solo questo. San Gregorio di Nazianzo dice senza mezzi termini: «Io sono convinto che Dio punisce amando» (cf. Oraz. 38, 9).
Nelle storie dei padri del deserto si narra che un uomo si recò da abba Poimen (questo nome vuol dire: pastore) e gli disse: «Ho commesso un grave peccato e voglio fare penitenza per tre anni». Gli rispose abba Poimen: «è molto»! E quell’uomo allora disse: «e per un anno?». E l’anziano di nuovo: «è ancora molto». Quelli attorno commentavano: «almeno una quaresima», ma l’anziano ripeteva: «è molto». Alla fine aggiunse: «Se l’uomo fa penitenza con tutto il cuore e propone di non commettere più il peccato, anche in tre giorni Dio lo accoglie» (Collez. alfabet. Poemen 12; Coll. Sistem. XX, 57). I «tre giorni» di cui parlava abba Poimen richiamano i tre giorni di Gesù nel sepolcro. Il significato è questo: se uno è davvero morto al peccato, allora è pure risorto con Cristo.
 
2. Nel racconto del Vangelo mi sorprende l’ardire della donna che senza essere invitata s’introduce nella sala del banchetto. Tutti la guardano. È una sfrontata! Come quando, ammiccando, attira i clienti nel suo letto. Chi non riconosce una prostituta? Anche chi non le frequenta. Figurarsi, poi, se uno ci è andato. Perciò gli invitati commentano il gender di quella donna: «Se costui fosse un profeta saprebbe chi è e di qual genere è la donna che lo tocca». Potapè, dice il testo greco e potremmo tradurre «di che pasta è fatta questa donna»!
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