Nel deserto per riprendere Adamo. Omelia ad competentes, 14 febbraio 2016

14-02-2016
1. La prima di Quaresima è sempre Domenica de jejunio Christi. Abbiamo appena ascoltato che «Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni …». Alla fine di quel digiuno, però, quando Gesù è assalito dalla fame entra in scena un «convitato di pietra». Non ha un nome. Quello che l’evangelista gli attribuisce è, piuttosto, una funzione: è diavolo. L’appellativo indica uno che divide, separa, getta zizzania. Tra le persone, creando disgregazioni e nella persona, operando dissociazioni e schizofrenie spirituali.
L’episodio è conturbante, scomodo addirittura. Com’è possibile che sia tentato il Signore? Proprio lui che scaccia i demoni e libera gli ossessi? È vero che Gesù resiste alla tentazione e respinge il diavolo, ma non lo sconfigge del tutto. Difatti – come avverte l’evangelista – «dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato». Perché lo Spirito guida Gesù nel deserto?
Ho cercato la risposta nel commento di sant’Ambrogio a questo racconto e ho trovato che egli indica tre motivi (cfr Expos. Ev. sec. Lucam IV, 8-14). Il primo è perché Gesù ha il preciso disegno di provocare il diavolo: «se questi infatti non avesse accolto la sfida, Gesù non avrebbe vinto per me». Questa certezza dobbiamo conservarla sempre nel cuore: Gesù ha vinto per me! Il racconto della tentazione di Gesù dobbiamo sempre ascoltarlo con grande riconoscenza: Gesù ha vinto per me! Nei confronti del diavolo Gesù ci ha posti in situazione di vantaggio. Il diavolo può intimorirmi e impressionarmi, ma dopo la venuta di Cristo «il demonio è legato, come il cane alla catena; non può mordere nessuno, se non chi, sfidando il pericolo gli va vicino …» (San Cesario di Arles, Discorsi 121,6). Questo racconto, allora, è un annuncio di salvezza. Non dobbiamo avere paura. Se ci stringiamo a Cristo vinciamo con lui. Il tempo della Quaresima deve essere per tutti noi il tempo in cui stringiamo ancora di più i vincoli di amicizia col Signore.
 
2. Sant’Ambrogio indica un’altra ragione per la quale Gesù è spinto nel deserto: per darci un esempio. Chiediamoci, allora: in cosa Gesù è stato tentato? Come egli ha vinto? Conosciamo la sfida del diavolo: se sei Figlio di Dio! Forse potremmo tradurre meglio: giacché sei il Figlio di Dio. Il diavolo non misconosce la dignità divina di Gesù. Anzi la conosce bene. Piuttosto sfida Gesù è ad usarla in modo distorto; ad usarla utilitaristicamente per sé e non come dono (è la prima tentazione); come potere e non come servizio (ed è la seconda tentazione); come apparenza e spettacolarità e non nell’umiltà (è la terza tentazione).
...

””