Omelia nel Giubileo dei Ministri Istituiti, dei Ministranti e dei Chierichetti

14-05-2000

OMELIA

NEL GIUBILEO DEI MINISTRI ISTITUITI, DEI MINISTRANTI E DEI CHIERICHETTI

 

Io sono il Buon Pastore. Con quest'affermazione Gesù manifesta la propria identità. Nella gioia del tempo pasquale, noi accogliamo con gratitudine e in spirito di lode questa rivelazione: “”È risorto il buon Pastore, che ha offerto la vita per le sue pecorelle e per il suo gregge è andato incontro alla morte””. Sia questo il nostro canto giubilare mentre celebriamo la XXXVII Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, per tutte le vocazioni. Le diverse testimonianze che questa sera sono state proposte rimandano solo ad alcune chiamate, tra le tante con cui lo Spirito di Dio raggiunge il cuore dell'uomo. Per tutto noi rendiamo grazie: per quanti hanno già offerto la loro risposta, per quanti sono ancora in ricerca e per quanti, nella diversità della loro età e delle proprie condizioni di vita, già si apprestano a dire generosamente: “”Parla, Signore, per­ché il tuo servo ti ascolta”” (1Sam 3, 10).

L'odierna circostanza ci offre pure l'occasione per ribadire, ancora una volta e, se possibile, con toni ancora più vibranti, le priorità pastorali nella nostra Chiesa di Oria. Voi le conoscete. Si tratta della famiglia, chiamata a configurarsi come comunione-comunità, dove la fede è accolta, vissuta, testimoniata e trasmessa, posta a servizio del Regno di Dio; della formazione dei formatori, perché diventi possibile quella “”conversione pastorale”” di cui tutti avvertiamo il pressante bisogno; dello sviluppo di una cultura vocazionale, infine, che aiuti a recuperare il senso della vita come compito e come responsabilità
 
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