Omelia nella Giornata Sacerdotale diocesana, 17 giugno 2010

17-06-2010

Carissimi Fratelli Sacerdoti,

1. il momento che stiamo vivendo è 'intimo' per più ragioni. La prima è perché stiamo concelebrando la Santa Eucaristia e mediante questo Sacramento noi ci collochiamo nel mistero di quella notte durante la quale, come scrive San Giovanni nel suo Vangelo, Gesù 'avendo amato i suoi che erano nel mondo , li amò fino alla fine' (13, 1). 'Intimo', poi, è questo momento, perché ce lo siamo riservato per dire insieme grazie al Signore per tutto il bene che durante un intero anno pastorale attraverso il nostro ministero ha donato a quelli che egli stesso ci ha affidato: i fedeli delle nostre comunità parrocchiali, le donne e gli uomini che abbiamo incontrato, i bimbi che abbiamo accolto al fonte battesimale, gli anziani e i malati che abbiamo confortato e i defunti, che abbiamo accompagnato al cimitero in attesa della risurrezione finale. 'Intimo', infine, è questo momento perché giunge a conclusione di un anno sacerdotale. Permettete, allora, che ricordi in proposito alcune riflessioni, che vi comunicai in occasione del ritiro spirituale del 20 maggio scorso.

a) Anzitutto l'accorato invito, ripreso dal discorso pronunciato da G. B. Montini il 14 aprile 1960 al termine della Messa Crismale: Ritorna il sacerdote novello della tua ordinazione! (in Discorsi e Scritti milanesi, II, p. 3507). Collocarsi nella freschezza di quella grazia; riprendere, più che le emozioni, i propositi di quelle ore... Ritorniamo ad esserlo, non sorvolando, ma attraversando ' accompagnati dalla misericordia del Signore ' ogni giorno, che da quello ci distanzia per lodare, per domandare perdono, per riprendere e rinnovare.

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