Omelia nell’anniversario della dedicazione della Cattedrale

30-08-2010

1.         Per ogni comunità cristiana il giorno anniversario della dedicazione di una chiesa è sempre motivo di festa e di gratitudine perché ha l'occasione di ripetere al Signore: «nel tuo amore per l'umanità hai voluto abitare là, dove è raccolto il tuo popolo in preghiera» (cfr Prefazio B, nell'anniversario della Dedicazione). Quando, poi, si tratta della chiesa Cattedrale, l'intera Diocesi è in festa. È una sorta di ricorrenza di famiglia e noi oggi ci ritroviamo qui in preghiera, come per le feste più intime.

Tu ci hai dato la gioia di costruirti fra le nostre case una dimora, diremo fra poco nel Prefazio. Quando fu costruita la prima Basilica di San Giovanni Battista, fu il segno di una nuova tappa nella vita della Chiesa di Roma, che finalmente poteva esprimere liberamente il suo culto. L'imperatore Costantino la fece erigere, come sappiamo, su proprietà imperiale, posta ai margini dell'accampamento militare della II Legione Partica, che ormai era stanziata altrove, nella Mesopotamia sulle rive del Tigri. Tra i beni di cui la dotò c'erano, dunque, come riferisce il Liber Pontificalis (XXXIV, 30), anche le caserme abbandonate dai legionari e le case lasciate dalle loro famiglie. In quella Basilica Costantiniana i cristiani che ormai vivevano in questo territorio poterono così riunirsi per celebrare i divini misteri e ritrovarsi per lodare il Signore. Quando, poi, alla fine del secolo VIII un incendio distrusse la primitiva Basilica, il papa Leone III la fece ricostruire e di nuovo ci fu la gioia, ora per una casa ritrovata. Questa gioia si è poi ripetuta altre volte nei secoli, da ultimo il 21 settembre 2008 quando il papa Benedetto XVI consacrò il nuovo altare, su cui oggi celebriamo il sacrificio eucaristico, e inaugurò la nuova Cattedra episcopale dalla quale il Vescovo presiede alla sua Chiesa in loco Dei patris.

Da questa Cattedra assume nome e dignità singolare la chiesa di cui oggi celebriamo l'anniversario della Dedicazione. L'impalcatura e le transenne, che oggi occupano e delimitano la navata laterale, dicono che ancora oggi noi continuiamo ad amare la nostra Cattedrale e a volerla bella e decorosa. Sì, vogliamo ancora e per mille altre volte ripetere al Signore: Tu ci hai dato la gioia di costruirti fra le nostre case una dimora.

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