Omelia nell’anniversario della dedicazione della Cattedrale

30-08-2009

1. Torna la celebrazione annuale della Dedicazione della nostra Cattedrale. La celebriamo con solennità. Ne sono un segno i ceri accesi sui pilastri dell'edificio sacro: sono dodici, come lo erano gli Apostoli per dirci che loro sono le colonne della Chiesa. Anche la presenza del venerabile Capitolo Cattedrale, che prima della Santa Messa ha celebrato i secondi Vespri della festa, ci dice che oggi è un giorno solenne.

 

Questo edificio sacro è qualificato fra tutti gli altri della Diocesi per essere il custode della Cattedra Episcopale. Proprio per questo esso è segno speciale del mistero della Chiesa particolare che il Vescovo, con l'aiuto del suo presbiterio, riunisce e convoca nello Spirito Santo per mezzo del Vangelo e dell'Eucaristia (cf. Concilio Ecumenico Vaticano II, Decreto Christus Dominus, 11). La chiesa Cattedrale è davvero luogo privilegiato per il mostrarsi della Chiesa; spazio veramente singolare in cui i fedeli possono come esclamare: Ho veduto la Chiesa, ossia ho veduto, come in uno specchio, la mia stessa realtà di 'pietra viva' insieme con tante e tante altre costruita 'come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo' (1 Pt 4, 5). Sì, qui è possibile come 'vedere' la Chiesa, percepirne e goderne l'intima natura di popolo convocato e salvato da Dio.

 

 

2. Fratelli e sorelle! Uno dei Prefazi domenicali del Messale Romano in lingua italiana ci fa pregare così: 'Oggi la tua famiglia, riunita nell'ascolto della parola e nella comunione dell'unico pane spezzato fa la memoria del Signore risorto' (Prefazio delle Domeniche del t.o. X). Questo noi lo stiamo vivendo, perché oggi è Domenica, oggi è il giorno del Signore, oggi è il giorno che ci dona l'identità cristiana. Sine dominico non possumus, 'senza il Signore e senza il 'suo' giorno ' senza Domenica - non potremmo vivere', dichiararono con coraggio i martiri di Abitene, rispondendo al tiranno che voleva farli desistere dalla partecipazione all'Eucaristia domenicale.

 

La Domenica dona qualità al nostro tempo. Con essa 'l'incontro col Signore si iscrive nel tempo attraverso un giorno preciso. E in questo modo si iscrive nella nostra esistenza concreta, corporea e comunitaria, che è temporalità. Dà al nostro tempo, e quindi alla nostra vita nel suo insieme, un centro, un ordine interiore' (Benedetto XVI, Omelia nel Duomo di Santo Stefano a Vienna - 9 settembre 2007).

 

Il Signore, però, non ci ha fatto il dono soltanto del tempo. L'anniversario della dedicazione della nostra Cattedrale ' come di tutte le altre chiese, del resto - ci avverte che egli, insieme col tempo, ci ha donato pure uno spazio dove possiamo incontrarlo. Con Dio, certo, possiamo essere in rapporto dappertutto se, come abbiamo ascoltato dal Vangelo, è già arrivata l'ora in cui il Padre è adorato 'in spirito e verità'. In ogni giorno e in ogni ora, quindi e non solo di Domenica noi possiamo e dobbiamo operare secondo la volontà di Dio. Come, però, ci è dato un anno liturgico e ci sono offerte Domeniche e Feste per celebrare il mistero salvifico della Pasqua del Signore, così ci sono dati pure spazi e luoghi che ci aiutano a vivere il mistero del nostro essere 'stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato' perché gli sia testimone nel mondo (cf. 1 Pt 2, 9).

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