Omelia per l’ordinazione presbiterale di Andrea Santoro

08-09-1999

OMELIA

per l'ordinazione presbiterale di Andrea Santoro

 

Mi 5, 2-5

Rom 8, 28-30, 35, 37-39

Mt 1, 18-23

 

1. “”Il Signore mi ha posseduta fin dall'inizio delle sue vie, prima di ogni sua opera, sin d'allora”” (Prov 8, 22). Questo grido, colmo di stupore e d'esultanza, riferito dalla Scrittura alla divina Sapienza, è lo stesso che potremmo cogliere oggi dalle labbra di Maria, mentre celebriamo la festa della sua Natività. Non soltanto. Possiamo ripeterlo anche noi, giacché la Parola di Dio c'incoraggia ad allargare il nostro sguardo oltre il tempo e le cose, oltre ogni terrena ed umana realtà, oltre ogni umano progetto ed ogni causa per spingerlo sin là dove tutto ha principio, sino a Dio: Quelli che da sempre Egli ha conosciuto. L'affermazione dovrebbe farci venire le vertigini, ed invece ci acquieta e ci rassicura. “”Li ha conosciuti, li ha predestinati, li ha chiamati, li ha giustificati, li ha glorificati””: ogni parola è un progressivo avvicinarsi di Dio a noi, sino ad abbracciarci nell'amplesso più tenero e gaudioso.

Maria è stata voluta per questo, per essere amata. Ugualmente, sin dall'eternità Dio ha voluto la Chiesa. Anche di lei, infatti, nell'unica Madre Vergine, commemoriamo, in qualche modo, la nascita. In questo giorno - ha scritto un autore medievale -, “”è nata la prima persona della Chiesa”” (Goffredo di S. Vittore, Sermone sulla Natività della B.V. Maria).

Per lo stesso motivo Dio ha voluto ciascuno di noi. “”Come creasti questa tua creatura?””, domandava santa Caterina da Siena in un'ardente preghiera alla Trinità. Ammetteva poi, grandemente stupita: “”Tu, come pazzo ed ebbro d'amore, t'innamorasti e per amore la traesti da te dandole l'essere a immagine e somiglianza tua. Fu l'amore che ti costrinse a crearla“” (Orazione V, 4). Potremmo fermarci un istante sull'ultima frase. La prova che Dio ci ama non è fuori di noi. Questa prova siamo noi stessi. Esisto, dunque sono amato. Possiamo dirlo tutti, come Maria e insieme con lei, considerando noi stessi alla luce della Parola che abbiamo ascoltato. Dietro ciascuno di noi c'è una tenerezza infinita, una bontà infinita, c'è un Padre che ci ama.

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