Omelia per San Barsanofio

20-02-1999

Con grande gioia, fratelli carissimi, celebro insieme con voi per la mia prima volta il patrocinio di S. Barsanofio, il grande monaco del deserto di Palestina del quale la nostra Chiesa di Oria ha il vanto di custodire da mille anni le sante reliquie. A lui la città di Oria e l'intera Diocesi guardano come al loro protettore e al loro intercessore presso Dio e da lui implorano custodia dai molti pericoli che insidiano l'anima e il corpo.

Questa ricorrenza annuale coincide, in quest'anno, con l'inizio solenne del tempo quaresimale e con la proclamazione del vangelo della tentazione di Gesù nel deserto. 'Gesù è portato dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo' (Mt 4, 1). C'è come uno scontro tra due vie di salvezza: tra la via di Dio, che è amore e condivisione, e quella di satana, che è egoismo e divisione. Gesù smaschera la pretesa diabolica ed è vincitore.

Questa opposizione interna attraversa il cuore di ogni uomo, ma può essere vinta in unione con il Signore Gesù. E' quanto hanno fatto i santi ed ha fatto anche il nostro S. Barsanofio. Il deserto di Gaza, nel quale si ritirò per i lunghi anni della sua vita, fu testimone della sua vittoria sugli idoli dell'avere, del possedere e dell'apparire.

I santi sono coloro che, rimasti fedeli durante il corso della loro vita, sono per sempre insieme con il Signore. Ma se vogliamo che rimangano anche nella nostra memoria e desideriamo che i loro esempi siano come depositati nella storia di una città, è giusto e doveroso fare di loro i punti di riferimento costanti per il nostro vivere cristiano e civile. Ciò che, infatti, si manifesta nei santi è duraturo e intramontabile. Testimonia dell'eternità. Da questa testimonianza noi dobbiamo attingere, sempre di nuovo, la coscienza della nostra vocazione e la sicurezza dei nostri destini.

In tal senso il nostro S. Barsanofio guida la nostra Chiesa di Oria e questa Città, rimanendo in mezzo ad esse come un esempio vivente della via, della verità e della vita, che è Cristo stesso. Egli, però, scelto da noi quale nostro protettore, è anche colui che giudica i cuori, le coscienze, le nostre opere. Giudica le forme di vita e i costumi. Giudica i figli di quanti mille anni or sono hanno accolto le sue reliquie e domanda loro: perché avete conservato e intendete tramandare agli altri il mio nome, se poi non volete imitarmi? Questa domanda S. Barsanofio la rivolge anche oggi alla nostra Oria. Forse gli chiede, come una volta a un suo discepolo: Dove sono i precetti che io ti ho dato? (Epist. 48).

 

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