Servi per Amore – 12 Marzo 2004

SERVI PER AMORE DI CRISTO

Lettera Pastorale nel XIV centenario della morte di San Gregorio Magno

Carissimi fratelli ed amici
della Chiesa di Oria

  1. Il 12 marzo dell’anno 604, sul finire di un inverno particolarmente rigido, morì in Roma il papa Gregorio. Sul suo sepolcro fu inciso un epitaffio nel quale, fra l’altro, fu scritto: ‘Questa tomba contiene le membra di un Sommo Pontefice che sopravvive dovunque per innumerevoli opere grandi. Vinse la fame col cibo, il freddo con le vesti e con i divini insegnamenti protesse le anime dal nemico. Confermava con i fatti ciò che insegnava con le parole, esempio vivo della sua mistica dottrina’.

Gregorio era nato da una nobile famiglia senatoriale, di profonda e vissuta fede cristiana, attorno al 540, quando la pace e la stabilità in Italia erano davvero molto precarie. La ventennale guerra gotica che per volontà dell’imperatore Giustiniano, desideroso di ricostituire l’Impero romano nella sua integrità, era stata condotta da Belisario e Narsete, aveva messo a dura prova la vita già precaria delle popolazioni, su cui gravarono ben presto gli effetti dello spopolamento delle campagne e delle conseguenti carestie. Dal 542 si aggiunse la peste che, riesplodendo a più riprese per la parte restante del secolo, ebbe sul morale e sulla spiritualità dei sopravvissuti un impatto da noi oggi non facilmente immaginabile. Un antico storico, Giovanni di Efeso, descrisse così la loro condizione: ‘I cuori della gente erano intontiti e perciò non c’erano pianti né lamenti funebri, ma gli uomini erano come storditi quasi fossero ubriachi. I loro cuori erano stati colpiti e si erano ottusi’. Anche Gregorio fu inevitabilmente segnato nella sua personalità da questi drammatici frangenti.