Lettera Pasquale alle religiose

Carissime sorelle di vita consacrata.

 

Come all'inizio della Santa Quaresima e mentre si approssima la 'settimana pasquale', desidero raggiungervi con una parola di saluto e di augurio sicché possiate sentire la vicinanza del Vescovo e la sua premura per ciascuna di voi. Non posso raggiungervi, tuttavia, senza riconoscervi pure raccolte nelle vostre case religiose. Vi dico perciò: amate il vostro stare insieme; accoglietelo ogni giorno come dono di Dio. Se poi il vostro apostolato dovesse portarvi ' e accade a diverse tra voi 'fuori della casa religiosa, abbiate fissi nella mente e nel cuore il desiderio e la nostalgia della fraternità. Non dice il Salmo 132,1 che è bello e gioioso habitare in unum? Non lo cantiamo nelle nostre salmodie? Non ripeteremo ancora nella prossima Messa nella Cena del Signore: Congregavit non in unum Christi amor? Inveratelo quotidianamente, quel canto, nella vostra vita comunitaria. Meditatene attentamente le parole: Quando dunque stiamo insieme, badiamo di non avere gli animi divisi. Cessino le contese malevoli, cessino le liti, e in mezzo a noi sia Cristo Dio.

 

Sapete, mie carissime, perché la prossima settimana noi la chiamiamo pure 'santa'? Perché ' rispondevano i Padri della Chiesa ' più di tutte le settimane è ripiena di celesti misteri. Vi trascrivo ciò che diceva Rabano Mauro, un abate benedettino vissuto nel IX secolo che la Chiesa onora come beato e cui è attribuito il notissimo Inno Veni Sancte Spiritus. 'Ogni giorno di questa settimana sino al tempo della sua passione il Salvatore predicò nel tempio; al quinto giorno, poi, durante la mistica cena egli stesso donò per la prima volta ai suoi discepoli i sacramenti del suo corpo e del suo sangue e lavò pure i loro piedi; al sesto giorno, ancora, diede compimento ai misteri della sua passione e morte e nel sabato, infine, riposò nel sepolcro. Se allora ci siamo davvero impegnati nel tempo di questa Quaresima, continuiamo a farlo sino alla fine in modo che quando nella Santa Pasqua ci avvicineremo alla sacra mensa del Signore vedendoci egli non ci domandi: Perché sei qui senza avere la veste nuziale?' (Homilia XIV in die Palmarum: PL 110,29).

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29-03-2009