Abbreviato nel giudizio, dilatato nella Misericordia. Omelia nel Natale del Signore 2015

25-12-2015
ABBREVIATO NEL GIUDIZIO, DILATATO NELLA MISERICORDIA
Omelia nel Natale del Signore 2015
 

1. In una sua canzoncina spirituale scritta in lingua napoletana e intitolata Per la nascita di Gesù sant’Alfonso Maria de’ Liguori esclamava: «Tu pesser’amato / Te si fatto Bammeniello». Elevazioni del cuore come questa ancora oggi ci commuovono. Siamo ben oltre le filastrocche recitate davanti al presepe e siamo pure molto più in là dei sentimentalismi religiosi. Siamo, piuttosto, in pieno mistero: il mistero piccolezza di Dio.

A lui siamo soliti attribuire le qualità che appartengono alla grandezza. «Egli è l’immenso»: così noi, adulti, ripetevamo da piccoli alla domanda del catechismo: «Chi è Dio?» Egli è l’immenso, cioè smisurato, senza dimensioni. La storia della salvezza, però, apre anche a risposte diverse e, per alcuni aspetti, inquietanti. Dio è piccolo! San Macario egiziano, monaco del IV secolo discepolo di sant’Antonio abate, per descrivere il mistero dell’Incarnazione ricorrerà a un verbo greco (smikruno) che indica un farsi piccolo al punto da ridursi ai minimi termini: «Udite attentamente: l’infinito, inaccessibile e increato Dio per la sua immensa e ineffabile bontà ha preso un corpo e, vorrei dire, si è infinitamente diminuito dalla sua gloria» (Hom. IV,9: PG 34,480). A Natale anche sant’Agostino predicava: «immenso nella natura divina, piccolo nella natura di servo» (Sermo 187,1: PL 38,1001).
Questo, però, non è che la traduzione di quanto si legge in un antico inno ripreso da san Paolo nella sua lettera ai Filippesi: Cristo, pur essendo nelle condizioni di Dio, svuotò se stesso (cfr 2,6-7). Ecco cosa è cominciato a Natale. Tutto ciò R. Guardini lo umiltà amante di Dio. Questa umiltà sconvolge tutti i valori a noi famigliari all’uomo; non solo quelli umani, ma anche quelli divini! Ed ecco che noi con la nostra fede siamo chiamati a dire «sì» non al Dominatore dell’universo e neppure alla più nobile delle idee, ma proprio a questo Dio-piccolo, che è umile-amante (cfr R. Guardini, Il Signore, Milano 1977, 404).
2. Negli stessi anni in cui sant’Alfonso scriveva i suoi canti natalizi, nel monastero delle monache benedettine di Lecce (nella mia Chiesa di origine) un anonimo epigrafista scriveva in latino sull’altare dedicato alla Natività: «Parvus amat nasci / Gestit quia parvus amari / Dum vagit Deus e stramine dicit Ama». Traduco subito: «Ama nascere piccolo; fa festa quando è amato perché piccolo; mentre vagisce, dalla paglia Dio dice: Ama». In questa Notte Santa, miei carissimi, desidero brevemente commentarvi queste parole. Anzitutto parvus amat nasci.
 

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