L’eucaristia ci familiarizza, ci soddisfa e ci rende esuberanti. Omelia nella solennità del Corpus Domini – Conclusione della Visita pastorale nel Vicariato di Ardea-Pomezia, 2 giugno 2013

02-06-2013
 

1. Celebriamoil Corpus Domini. È giorno diadorazione della Santissima Eucaristia. Tantumergo sacramentum veneremur cernui, canta la penultima strofa dell'innoscritto da san Tommaso d'Aquino per i Vespri di questa festa. L'uso cattolico cela ripetere tutte le volte che si deve impartire la benedizione eucaristica:«Adoriamo prostrati un sacramento così eccelso». La celebrazione della SantaMessa è il massimo atto di adorazione e di culto reso al Padre per il Figlionello Spirito Santo. Prolungamento ne sarà, oggi, la processione eucaristicaper le vie della Città.

Viviamo tutto ciò comeringraziamento al Signore per l'esperienza di fraternità e di grazia che ci haconcesso di fare nelle settimane della Visita Pastorale in questo Vicariato.Concludendola, tappa dopo tappa, con la Santa Messa domenicale in ogni comunitàparrocchiale, ho sempre ricordato che se nei giorni precedenti era stato ilVescovo a visitare, nell'Eucaristia domenicale è il Signore che viene per visitaretutti. Non più «visitatori», ma tutti «visitati». Sentiamoci pure in spiritualeunione col Papa, che dalle 17.00 alle 18.00 presiede una speciale adorazione eucaristica che si estende incontemporanea in tutto il mondo, coinvolgendo cattedrali e parrocchie di ogni Diocesi.

Per introdurci nel misterodell'Eucaristia, lasciamoci guidare dal racconto appena proclamato dal Vangelosecondo Luca (9,11b-17). È la storia della moltiplicazione dei pani: unepisodio che ha avuto grande risonanza nella tradizione evangelica non soltantoper la singolarità dell'evento, ma anche per il simbolismo di cui è carico.Esso, infatti, ha permesso alla Chiesa di vedere rinnovato per sé il miracolodella manna, che nutrì il popolo d'Israele nel suo peregrinare nel deserto eancora oggi le permette di contemplare il mistero dell'istituzionedell'Eucaristia, perpetuato sino alla fine dei tempi e come riassunto nei gestidi Gesù: prese, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò (v. 16). Sono, questi, soltantoalcuni particolari che ci permettono di collegare questo miracolo allacelebrazione eucaristica. L'annotazione cronologica: «il giorno cominciava adeclinare» (v. 12), ci rimanda anch'essa alla cena eucaristica di Emmaus (cfr. Lc 24,29). Fra tutti i particolari delracconto evangelico ne scelgo due: le folle e i Dodici.

 

2. Le follecompaiono subito. Seguono Gesù, non lo lasciano solo, lo rincorrono pure quandoegli cerca un ritiro, una pausa. E con tutta questa gente che lo tallona Gesùnon ha un atteggiamento irritato, impaziente. Si mostra, al contrario, ospitale,benevolo, misericordioso: «le accolse e prese a parlare loro del regno di Dioe a guarire quanti avevano bisogno di cure» (v. 11).

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